PALERMO. Alcuni indagati parlano, ma resta confusa la dinamica dell’uccisione di Roberto Frisco, il ragazzo di 27 anni accoltellato nella notte tra sabato e domenica nel quartiere Cruillas. Al gip Lorenzo Matassa – che ha convalidato l’arresto dei cinque indagati, riservandosi sulla misura cautelare - hanno risposto, nell’interrogatorio di garanzia, Giuseppe Lo Piccolo, il figlio Salvatore, e Francesco Frisco. Ha preferito non rispondere quello che potrebbe essere il protagonista della vicenda: Nunzio Lo Piccolo, uno dei figli di Giuseppe, ricoverato nel reparto di chirurgia vascolare dell’ospedale Cervello. L’altro indagato, Giuseppe Frisco è in rianimazione e l’interrogatorio è stato rinviato per motivi di salute. Secondo quanto riferito dai Lo Piccolo, i coltelli li avevano portati i Frisco, nell’ultima lite (tre sarebbero quelle ricostruite dagli inquirenti) che ha portato all’omicidio. Secondo Francesco Frisco invece il coltello l’aveva Giuseppe Lo Piccolo. Tutto sarebbe partito da una lite tra Francesco Frisco e un dipendente di una pizzeria della zona (ancora ricercato dai carabinieri). Il dipendente (che lavorava lì saltuariamente) avrebbe chiamato Nunzio Lo Piccolo. In due si sarebbero presentati sotto casa dei Frisco e le avrebbero prese. A quel punto, Nunzio sarebbe tornato a casa per chiamare i rinforzi per tornare in via Trabucco e dare una lezione alla famiglia rivale. Nella versione dei Lo Piccolo, invece, il padre sarebbe invalido al 100% e si sarebbe fatto accompagnare dal figlio più piccolo, ancora minorenne e ad oggi estraneo alla rissa, per mettere pace.