PALERMO. Nemmeno la minaccia di pesanti azioni disciplinari e il rischio di finire sotto la lente della Procura della Repubblica attenua il ricorso alla malattia tra i dipendenti dell'Amat. Il giorno dopo la morìa di autisti, sessanta in un giorno, in coincidenza con la partita dell'Italia contro la Svezia ai campionati europei di calcio, si scopre che ieri un'altra decina ha marcato visita mettendo in difficoltà l'organizzazione dei servizi e costringendo molti bus a rimanere in rimessa.
Non solo, ma non c' è stato solo il reparto «movimento» a subire gli effetti di un'epidemia incomprensibile. Per usare le parole di Leoluca Orlando «la nazionale di calcio ha fatto male alla salute» anche ai verificatori. Cioè agli addetti che controllano i titoli di viaggio. Sono stati sedici su cinquanta, informano fonti qualificate dell'azienda di via Roccazzo, quelli che hanno presentato certificato medico. Circa il 30 per cento, cioè. Che si sommano alle assenze in massa degli autisti che torneranno in servizio solamente lunedì.
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