ROMA. «Se il 18 giugno dovesse essere permesso a Salvo Riina di presentare il suo libro a Palermo, sarò a Palermo per impedire questa ulteriore offesa alla memoria di mio fratello e dei ragazzi massacrati insieme a lui. Niente e nessuno mi potrà impedire di farlo. Ho 74 anni, ho vissuto già 22 anni più di mio fratello, sono pronto a qualsiasi cosa».
Lo afferma in una nota Salvatore Borsellino, fratello del giudice ucciso nella strage di via d'Amelio.
SIT-IN DEL SIAP. «Consideriamo un affronto irricevibile l'annunciata presentazione del libro - che non intendiamo neppure nominare - scritto dall'ormai noto Riina junior a Palermo, proprio a cavallo delle ricorrenze delle due terribili stragi del 1992. Ci accerteremo se la data effettivamente prevista sarà quella del 18 giugno, intanto è per quel giorno che, a partire dalle 16, saremo tutti in piazza Politeama con i nostri striscioni e bandiere per dire no a fenomeni inqualificabili come questo». È l'annuncio lanciato dal sindacato di polizia Siap Palermo, che ha annunciato un sit-in di protesta contro il libro scritto dal figlio del boss Riina.
«La mafia cresce nel consenso - si legge nella nota del Siap - è un fenomeno culturale prima ancora che mafioso, noi abbiamo il dovere morale e civico di opporci con ogni mezzo e strumento consentitoci dalle leggi che regolano la civile convivenza e ad ogni becera forma di revisionismo che si possa fare del fenomeno stesso o di alcuni suoi personaggi».
«Continuiamo a sperare che l'annunciata presentazione del libro in un noto albergo della città - prosegue il Siap - non debba avvenire. Ma se così fosse, abbiamo già comunicato al questore di Palermo che saremo lì, in piazza Politeama con striscioni e bandiere del Siap di Palermo e di tutte le associazioni che siamo certi si uniranno a noi. Chiediamo per questo al mondo dell'associazionismo in genere, a ogni cittadino, a chiunque rivesta un incarico pubblico o privato, politico o amministrativo, ad ogni tv o radio di essere in piazza con noi per dire 'SÌ ad una Palermo libera dal malaffare e dalla mafia, e ad una città che non dimentica e che fa della memoria il suo punto di partenza verso un domani in cui i nostri figli potranno respirare il fresco profumo della libertà».
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