PALERMO. Un'organizzazione perfetta, che nel corso degli anni era riuscita non solo a colpire anziani e disabili, ma anche dei professionisti in vista. Come un palermitano, che si fidava talmente tanto di quella sua badante rumena da affidargli la sua casa durante un viaggio per affari. Casa che pero', al suo ritorno, ha trovato quasi vuota. Sono alcuni degli emblematici episodi della spregiudicatezza della banda, di cui 12 elementi sono stati arrestati dalla polizia a Palermo, tra i tanti furti commessi: uno perpetrato nell'abitazione di un disabile assistito da una badante rumena e compiuto dal compagno della donna che gli aveva lasciato aperta la porta della casa, mentre l'inconsapevole vittima era costretta a letto. E ancora, quello perpetrato ai danni di un professionista palermitano, il quale, fidandosi ciecamente della propria governante rumena, assunta da oltre cinque anni, le aveva affidato le chiavi di casa, in occasione di un viaggio durato alcuni giorni. Al suo ritorno, il professionista avrebbe trovato la propria abitazione svaligiata (con un danno di oltre duecentomila euro). La donna, irrintracciabile dal datore di lavoro, avrebbe abbandonato la città e cancellato ogni traccia del suo passato, persino il profilo Facebook. Il personale della «Mobile» palermitana l'avrebbe rintracciata e arrestata, col suo compagno (anch'egli componente della banda criminale) in provincia di Lodi.