PALERMO. I carabinieri della Compagnia di Termini Imerese, nel corso di un’operazione congiunta, hanno dato esecuzione a 33 ordinanze di custodia cautelare (24 in carcere e 9 agli arresti domiciliari) - emesse dal G.I.P. presso il Tribunale di Palermo, Fabrizio Molimari, su richiesta della locale procura distrettuale, diretta da Francesco Lo Voi - nei confronti di altrettanti soggetti, accusati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, nonché di estorsione, furto, rapina, illecita detenzione di armi, intestazione fittizia di beni e trasferimento fraudolento di valori, reati aggravati dall’agevolazione dell’attività del sodalizio mafioso. Fornito un accurato quadro di assoluta attualità, consentendo di definire gli interessi di cosa nostra nella parte orientale della provincia di Palermo - a partire dal territorio di Bagheria sino ad arrivare ai confini delle province di Catania e Messina - e di ricostruire in maniera chiara e dettagliata i nuovi organigrammi dei due storici mandamenti mafiosi di Trabia e San Mauro Castelverde, con l’individuazione dei reggenti e degli affiliati. Più in particolare, è stato documentato il ruolo di vertice ricoperto, per il mandamento di Trabia, da Diego Rinella, affiancato da Michele Modica, capo famiglia di Trabia, nella gestione operativa degli affari illeciti e nei rapporti con le dipendenti famiglie mafiose di Cerda, Caccamo e Termini Imeres. Per il mandamento di San Mauro Castelverde, da Francesco Bonomo, collaborato nella conduzione dei traffici delittuosi da altri componenti dell’associazione, incaricati, tra l’altro, del materiale trasporto di pizzini e messaggi verbali a reggenti e sodali delle famiglie mafiose di San Mauro Castelverde, Polizzi Generosa e Lascari. L’operazione, frutto di prolungati sforzi investigativi, ha dunque dimostrato la progressiva riorganizzazione territoriale dell’associazione mafiosa in una vasta area della provincia, evidenziando come, coerentemente con il generale andamento di cosa nostra, i richiamati mandamenti abbiano dovuto rimodularsi a seguito delle operazioni di polizia condotte negli ultimi anni (ultima in ordine di tempo, quella convenzionalmente denominata “Camaleonte III” del 2011), che ne hanno decimato le fila, soprattutto tra gli elementi di vertice.