PALERMO. Ci sarebbe stata una banale lite alla base della furia omicida di Antonino Muratore, 78 anni, accusato dell'omicidio di Baldassare Licari, capo cantoniere in pensione di 64 anni, originario di Borgetto. L'ex operaio è stato ucciso nel novembre del 2013. Il corpo fu poi abbandonato nella Fiat Seicento intestata alla figlia nei pressi del ristorante "Don Vito", nella zona compresa tra Montelepre e Partinico.
Questa la ricostruzione del pm Dario Scaletta che ha individuato Muratore grazie a tracce di dna trovate su delle tazzine di caffè. Oggi la Procura ha chiesto la condanna all’ergastolo per Muratore.
Secondo quanto scoperto dai pm, c'erano infatti state delle tensioni con i vicini. Due in particolare, tra cui proprio Muratore. In uno dei casi, era nata una pesante diatriba per una faccenda di confini terrieri e Licari era pure finito sotto processo per violazione di domicilio. Due anni fa, la vittima si era inoltre presentata a casa di Muratore pretendendo che togliesse di mezzo un recipiente per la raccolta dell'acqua. I colpi che hanno ucciso Baldassare Licari, come ha accertato la successiva autopsia, sono stati sparati con due pistole diverse. Una 357 magnum e una calibro 22.
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