Palermo

Venerdì 22 Novembre 2024

Operatore Rai morto in un incidente, Gueli: "Fu il primo a filmare la strage di Capaci"

PALERMO. “La redazione della Tgr Rai è chiusa in un profondo dolore per la morte di Marco Sacchi”. Il caporedattore di Rai Tre Sicilia Roberto Gueli sconvolto dalla notizia. Sacchi, tele cineoperatore della Tgr Rai Sicilia, è rimasto vittima di un incidente stradale in via Castelforte a Palermo. “Tutta la redazione è vicinissima ai familiari di Marco, alla moglie e ai suoi due figli. Siamo sconvolti per questa enorme perdita. E’ morto il fiore all’occhiello dei tele cineoperatori della Tgr Sicilia. Oggi era stato a Montelepre a fare un servizio in mattinata, poi di pomeriggio un altro servizio e ci eravamo salutati poco prima delle 16,30”, racconta Gueli. “Marco era una persona sempre allegra, appassionato di sport, ma soprattutto un grande professionista innamorato del suo lavoro. Proprio lui è stato ricordato due giorni fa in occasione del XXIV anniversario della strage di Capaci – spiega Roberto Gueli - Lui fu il primo a girare le immagini nel luogo della strage, capì fin da subito che in quel posto si sarebbe raccontato un pezzo di storia. Era orgoglioso di essere riuscito a raccontarla”. "Nel 1992 quando arrivai alla Rai ero giovane, Marco mi insegnò il mestiere. Mi spiegò come stare davanti alla telecamera come tenere in mano un microfono. Oggi è un giorno veramente triste per tutta la redazione di Rai Tre Sicilia”. In una intervista di Elisabetta Marinelli per Rainews24 del 12 maggio 2016 Marco Sacchi racconta come arrivò nel luogo della strage del 23 maggio 1992: “Ho fermato un ragazzino in motorino, gli ho dato 50 mila lire. Quello felice… mi ha accompagnato, per arrivare abbiamo perso un sacco di tempo perché non si passava materialmente. Dallo svincolo dell’autostrada al punto dell’esplosione sono un due…trecento metri… già li incominciavo a vedere pezzi di asfalto, andando avanti capivo che stavo entrando nella storia – questa è una sensazione che ho avuto subito, cosa che non è normale, perché generalmente si sa più o meno cosa si va a girare - mi sono reso conto che era la strage di Falcone, era una pagina della storia non solo siciliana. Andando avanti con la telecamera in spalla… ecco, lì uno si ferma perché il nostro lavoro purtroppo in questi casi è girare e quindi ci si concentra su questo… andavo a cercare i particolari per non saltare nulla. Mi ricordo poliziotti con le mani nei capelli, anche se era già passato un po’ di tempo dall’esplosione, la gente che girava su questo cumulo di terra, io il foro non lo vedevo, non vedevo la frana, vedevo o solo la macchina schiantata , sembrava anzi integra”.  

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