PALERMO. Blitz della squadra mobile all'alba nel quartiere Ballarò, a Palermo. Dieci persone sono state arrestate fra gli esponenti di un gruppo criminale che fa capo alla famiglia Rubino. L'accusa è quella di aver minacciato e costretto a pagare il pizzo per anni ad un gruppo di commercianti di extracomunitari, più precisamente del Bangladesh, che ha trovato la forza e il coraggio di denunciare tutto, grazie anche al sostegno di Addiopizzo. Anni di umiliazioni, racket e minacce, un gruppo giovane e forte che sale alla ribalta nel quartiere Ballarò, facendo il bello e il cattivo tempo. Ad un certo punto, pero', questi commercianti venuti da lontano hanno detto basta e hanno denunciato il tutto. Per gli arrestati la procura avrebbe chiesto anche l'aggravante razziale. In manette sono finiti: Alessandro Cutrona, Vincenzo Centineo, Giuseppe Rubino, Giacomo Rubino, Emanuele Campo, Giovanni Castronovo, Alfredo Caruso, Carlo Fortuna, Bruno Siragusa. Le indagini della Squadra Mobile di Palermo, diretta da Rodolfo Ruperti, hanno subito un decisivo impulso dopo l'arresto di Emanuele Rubino, 28 anni, accusato del tentato omicidio di Yusupha Susso, 22 anni, giovane gambiano ferito il 4 aprile scorso con un colpo d'arma da fuoco alla testa dopo avere reagito all'ennesimo atto di gratuita sopraffazione. La vicenda ha provocato la ribellione della comunità di immigrati che vivono nel centro storico, molti dei quali hanno denunciato le vessazioni subite dagli uomini del racket. All'operazione, tra i vicoli del rione Ballarò, hanno partecipato oltre 100 agenti, non solo per via della pericolosità dei destinatari dei provvedimenti ma anche, dicono dalla polizia, "per la particolarità del territorio caratterizzato da vicoli e stradine strette e per la presenza da un alto numero di pregiudicati".