Palermo

Giovedì 10 Ottobre 2024

Sequestro per gli eredi del clan Graziano
Sigilli a 81 immobili fra Palermo e Udine

PALERMO. La guardia di finanza ha sequestrato parte dei patrimoni della famiglia mafiosa del Graziano: 81 beni immobili, quattro società, un autoveicolo e un'imbarcazione, in possesso di Camillo, Massimiliano e Roberto Graziano. Si tratta dei nipoti del capomafia Vincenzo, attualmente detenuto al regime del 41 bis. I finanzieri del nucleo speciale di polizia valutaria hanno sequestrato i beni  nelle provincie di Palermo e Udine. Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Palermo - Sezione misure di prevenzione, nei confronti degli eredi  mafiosi Giovanni e Domenico Graziano. Le famiglie Madonia e Galatolo avrebbero fatto crescere sotto la loro protezione dal punto di vista imprenditoriale i Graziano i quali, secondo i giudici, devono il loro intero patrimonio alla vicinanza con l’organizzazione mafiosa. Fra gli anni '80 e '90 le due famiglie del mandamento di Resuttana hanno deciso insieme ai  “corleonesi” i più efferati delitti, fra cui si ricorda il fallitoattentato all’Addaura, e le stragi di Capaci e di Via d’Amelio. Il sequestro i beni riguarda  Domenico Graziano, deceduto alla fine del 2013. Le  dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Gaspare Mutolo, Salvatore Cucuzza, Giovanna e Vito Galatolo che hanno svelato chi era in possesso del patrimonio di Domenico Graziano. Domenico Graziano si era da tempo trasferito a Udine con l’intento di sottrarsi all’attenzione degli organi investigativi e qui aveva investito, o reinvestito, anche per conto dei suoi eredi  i patrimoni accumulati nel tempo. Fra le principali vicende giudiziarie che hanno interessato Domenico Graziano si ricorda quella della lottizzazione della borgata marinara dell’Arenella. Tra i costruttori conniventi ci sono Rappa e Salvatore Cucuzza, poi divenuto collaboratore di giustizia. Il figlio Camillo è stato coinvolto nella maxi inchiesta sui clan palermitani denominata Apocalisse e la vicenda dell’organizzazione dell’attentato nei confronti a Nino Di Matteo.  Secondo il collaboratore di giustizia Vito Galatolo, Camillo Graziano avrebbe curato i rapporti con l’ex collaboratore di giustizia Salvatore Cucuzza, anch’egli chiamato in causa nella vicenda. Il sequestro ha riguardato anche Roberto Graziano, figlio di Giovanni, recentemente condannato a 9 anni e 4 mesi per associazione mafiosa, estorsione e concorrenza sleale aggravata dal metodo mafioso. Imponeva agli esercizi commerciali le slot machines di società a lui vicine chiedendo pure il pagamento del pizzo,  interagendo con gli altri esponenti del mandamento di Resuttana e della famiglia di Torretta.

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