Palermo

Giovedì 10 Ottobre 2024

Nonna Tanina, a 88 anni realizza orecchini all'uncinetto: il mio sogno? Incontrare il Papa

PALERMO. Le sue ultime creazioni gliele hanno richieste alcune amiche che vivono al Nord Italia, e qualcuna anche in America. C’è persino chi le ha volute per regalarle ad una sua parente che si trova in Francia e che aveva visto quei piccoli capolavori in fotografia. Hanno riscosso un grande successo gli orecchini di cotone che realizza  all’uncinetto. La “stilista” è una nonnina, Gaetana Vento, classe 1927. E’ nata a Caltavuturo, un paesino delle Madonie nell’anno in cui Charles Lindbergh a bordo dello Spirit of Saint-Louis  effettuava il primo volo in solitaria sull'Atlantico: da New York a Parigi in 33 ore e 30 minuti, con una velocità media di 188 chilometri all’ora.  E in Italia, piena era fascista, veniva introdotta la tassa sul celibato. Sin da piccola i suoi “arnesi” preferiti sono stati ago, forbici, filo, ferri per lavorare a maglia e, soprattutto, uncinetto. Di creazioni ne ha realizzate  a migliaia: sciarpe, maglioni, cappellini, gonne, giacche e abiti anche per uomo. Una professionista anche nel rattoppo fatto con arte. “Ancora oggi rattoppo, in particolare i jeans dei miei figli o dei nipoti – dice sorridendo -. Così possono usarli quando sono in casa, e invece, sa che fanno? Li indossano per uscire, dicono che sono più alla moda!”. Da qualche mese la sua passione principale è l’uncinetto, e  quotidianamente sforna orecchini in  cotone. Che poi regala. “Il suo posto di lavoro è un angolino del salone di casa sua seduta accanto alla sua inseparabile macchina da cucire. “In casa ne ho due, una Vigorelli e una Singer. Altre due Singer più antiche le ho date ai miei due figli, ma non perché le utilizzano, ma per oggetto di arredamento”. “Ogni paio di orecchini è diverso dagli altri sia per forma che per grandezza – continua la nonna-stilista –. Sono un accessorio molto chic soprattutto d’estate e possono essere indossati sia da ragazze che da donne mature. Dopo averli ultimati, li immergo in acqua e amido, quindi li stiro, e alla fine inserisco il gancetto, e sono pronti. Per realizzarli impiego mediamente un giorno. Ho già diverse prenotazioni, ovviamente tutto gratis.  I miei stilisti preferiti: Dolce e Gabbana che da qualche tempo si ispirano in tutte le loro creazioni alla nostra bella Sicilia”. La giornata di nonna Tanina comincia molto presto, sveglia alle sette, e dopo la colazione si mette al lavoro sino all’ora di pranzo. Dopo un breve riposino, riprende in mano l’uncinetto  per poi fare un altro stacco intorno alle 17.30 per seguire in televisione il rosario e la messa. Dopo cena, mentre vede la sua trasmissione preferita, quella dei pacchi di Flavio Insinna,  lavora qualche altra ora e poi va a dormire. Nonna Tanina si è trasferita a Palermo  ai primi anni Settanta per fare studiare i suoi due figli: Giuseppe e Anna.  “Nella mia vita ho fatto tanti sacrifici. Ricordo, da ragazza, le sofferenze durante la guerra. Non dimenticherò  mai il momento dell’arrivo degli Alleati nel nostro paese. A preannunciarlo qualche giorno prima fu bombardamento martellante. Per evitare di rimanere intrappolati sotto le macerie delle nostre case ci eravamo trasferiti all’interno di una grande grotta dove peraltro si erano rifugiate diverse famiglie di sfollati palermitani. Insieme cercavamo di farci coraggio. Proprio mentre lanciavano le ultime bombe che seminavano morte fra la gente,  mia madre, con il rischio di essere colpita  da qualche scheggia, uscì fuori da quel rifugio di fortuna perché, dalle uova covate da giorni dalla chioccia, uscirono fuori alcuni pulcini. Ci commuovemmo, quelle piccole creature rappresentavano per noi la vita che, malgrado tutto, voleva affermarsi sulla morte”. “Ai miei figli – continua la nonna Tanina - ho detto sempre che nulla ci viene regalato, ce lo dobbiamo conquistare con la fatica e l’impegno. Lo studio è la cosa più importante, perché la cultura è lo strumento  più efficace per affrontare l’incognita del futuro. La stessa cosa adesso ripeto ai miei nipoti”.  Si ferma un attimo, i suoi occhi si inumidiscono mentre con il dito indica un quadro appeso alla parete: “E’  l’onorificenza di Cavaliere di Vittorio Veneto concessa a mio marito che ha combattuto nella prima guerra mondiale.  Poteva evitare quella terribile esperienza perché era emigrato in Argentina, e invece, è tornato. Questo è amore per la Patria. Dobbiamo essere orgogliosi di essere italiani”. Nonna Tanina conserva nel suo cuore un sogno? “Sì. Sono sempre stata molto religiosa, faccio parte della Legione di Maria, mi piacerebbe incontrare Papa Francesco, sarebbe un’emozione fortissima. Le sue parole trasmettono gioia e soprattutto danno speranza a quanti soffrono”.  “Incontrarlo però è chiedere troppo – dice con un pizzico di ritrosia -. Magari potrei sentirlo al telefono…”.

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