PALERMO. Non c’è stata nessuna induzione alla prostituzione. I rapporti sessuali con la baby squillo non li nega, ma l’assistente capo della polizia Dario Pandolfini – finito ai domiciliari – non avrebbe fatto da tramite tra Dario Nicolicchia, l’ex della donna, e altri clienti. Così l’agente si è difeso in oltre due ore di interrogatorio in cui ha risposto alle domande del pm Claudio Camilleri e del gip Lorenzo Matassa.
Pandolfini, assistito dall’avvocato Marcello Montalbano, era stato accusato da un collega che ha detto agli inquirenti di aver conosciuto la coppia - nota con i nomi Walter e Naomi - tra il 2013 e il 2014 grazie a Pandolfini che gli avrebbe raccontato di aver creato un finto profilo Facebook per contattare la “coppietta monella” (il nome che Nicolicchia utilizzava sul social network per contattare i clienti).
Poi Pandolfini avrebbe dato il numero di Nicolicchia al collega. Tutto falso secondo l’indagato che ha ribadito come il numero di cellulare della “coppietta monella” si trovasse su Facebook, non avrebbe quindi avuto nessun motivo per fornirlo lui all’altro agente.
Pandolfini ha spiegato di aver visto il profilo sul social network della “coppietta” proprio assieme all’altro agente. Ognuno avrebbe poi agito per i fatti suoi. Il poliziotto ha spiegato anche di non sapere che la ragazza fosse minorenne e che dall'aspetto sembrava molto più grande della sua reale età.
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