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Sversamento di percolato nella discarica di Bellolampo, assolto Cammarata

PALERMO. La quarta sezione del Tribunale di Palermo, presieduta da Vittorio Alcamo, ha assolto per non aver commesso il fatto l'ex sindaco di Palermo, Diego Cammarata, per lo sversamento di percolato nella discarica di Bellolampo.

Erano undici gli imputati nel processo per disastro ambientale, avvelenamento di acque, discarica abusiva, traffico di rifiuti. A Cammarata e l'ex liquidatore dell'Amia Gaetano Lo Cicero - anche lui assolto - veniva contestata anche l'accusa di abuso d'ufficio, perché secondo i pm avrebbero rimosso illegittimamente il direttore di Bellolampo, Giovanni Guicciardi, contrario alla loro gestione della discarica.

Condannato a tre anni l'ex direttore generale Orazio Colimberti. Prescrizioni per alcuni capi di imputazione e assoluzione per altri per l'ex presidente del consiglio di amministrazione della società, Vincenzo Galioto, e gli altri imputati Nicolò Gervasi, Aldo Serraino,  Pasquale Fradella, Antonino Putrone, Fabrizio Leone, Luigi Graffagnino, Mario Palazzo.

Il procedimento nasce da un'inchiesta sullo sversamento di percolato e la sua infiltrazione nelle falde acquifere nella discarica di Bellolampo. I pm Geri Ferrara e Maria Teresa Maligno avevano chiesto quasi mezzo secolo di carcere. Nel 2013 la discarica fu anche sequestrata. Al centro dell'indagine, la formazione dell'enorme lago di percolato, il liquido rilasciato dai rifiuti altamente inquinante, che si è formato nell'impianto di smaltimento palermitano di Bellolampo.

Dalle analisi chimiche è emerso che il percolato si è infiltrato nelle falde acquifere e in quattro pozzi privati della zona in cui vennero trovate tracce di solfiti, nitrati e metalli. Il liquame, inoltre, tracimato a valle, avrebbe inquinato il torrente Celona che alimenta il canale Passo di Rigano, le cui acque finiscono nel mare del quartiere Acquasanta.

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