PALERMO. Sceglievano gli obiettivi con cura. Poi all'alba proprio come le forze dell'ordine bussavano alla porta di commercianti facoltosi. Indossavano divise e pettorine di polizia, guardia di finanza e carabinieri. Con la scusa di una perquisizione o di notificare un provvedimento della procura entravano in casa e mettevano a segno rapine picchiando e legando le vittime. Oggi pomeriggio la corte d’appello di Palermo ha lievemente ridotto le condanne per Vincenzo Sparacio (da 8 anni a 7 anni e 4 mesi), Mariano Parisi (da 10 anni e 6 mesi a 8 anni e 9 mesi) e Vincenzo Vassallo (da 8 anni a 6 anni e 9 mesi), tutti palermitani. Secondo gli inquirenti, avrebbero messo a segno tre rapine. Il 18 novembre del 2013 in un'abitazione di Villagrazia di Carini, i carabinieri arrestarono Parisi e Sparacio. Durante le perquisizioni, gli investigatori avrebbero trovato oggetti rubati in altri due colpi. Il primo a Isola delle Femmine l’8 novembre ai danni di una donna titolare di una tabaccheria. La rapina fruttò 23 mila euro. Tra cui 20 mila in preziosi e 3 mila in contanti. Il 20 novembre la banda di finti appartenenti alle forze dell'ordine tentò di mettere a segno un colpo in casa di un gioielliere di Partinico. Quella volta i rapinatori non riuscirono a portare nulla. Il gioiellerie finse un attacco cardiaco.