PALERMO. L'operazione "Family Crimes" condotta dalla polizia di Stato ha disarticolato a Palermo una cellula di estorsori legati a Cosa Nostra che operava nel popolare quartiere Noce. Gli agenti della Squadra Mobile hanno eseguito quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dall'Ufficio del Gip su richiesta della Dda di Palermo, una delle quali nei confronti del capomafia del mandamento della Noce, con l'accusa di estorsione e tentata estorsione aggravati dall'aver favorito l'organizzazione criminale Cosa Nostra. Destinatari del provvedimento sono Giuseppe Vallecchia, Loredana D'Amico, Tommaso Cospolici e Fabio Chiovaro. L'indagine, condotta dagli agenti della Sezione "Criminalità Organizzata" della Squadra Mobile e coordinata dalla locale Dda, ha preso il via da una attività di pedinamento e sorveglianza nei confronti di uno degli arrestati, Giuseppe Vallecchia, che ha consentito di accertare una significativa e diversificata azione estorsiva. Durante le indagini è emerso come Vallecchia, 36 anni, fosse dedito all’espletamento di attività criminali in città, e in particolare nel quartiere Noce. A essere coinvolto nell'operazione Fabio Chiovaro, già arrestato, ritenuto affiliato alla cosca mafiosa della Noce, presso cui, prima della carcerazione, aveva rivestito anche il ruolo di Capo. Non erano ancora tratti in regime di restrizione, invece, gli altri due coinvolti: la cognata di Vallecchia e moglie di Chovaro, Loredana D'Amico, e Tommaso Cospolici. L'indagine, condotta dal procuratore aggiunto Vittorio Teresi e dai sostituti procuratori Francesco Del Bene, Amelia Luise, Annamaria Picozzi, Gianluca De Leo e Roberto Tartaglia, ed eseguita dal personale della sezione “Criminalità Organizzata” della Squadra Mobile (diretta da Stefano Sorrentino), è partita grazie alla denuncia di una delle vittime, che ha accusato Chiovaro e la moglie di avergli estorto 4000 euro che, a suo dire, in precedenza gli erano stati donati dai due coniugi sotto forma di regalo. Dopo però, secondo quanto raccontato dalla vittima, i due avrebbe chiesto indietro la somma attraverso dei comportamenti intimidatori, ordinati da Chiovaro. Quest’ultimo, infatti, nonostante fosse in carcere, attraverso le comunicazioni veicolate dalla moglie , impartiva ordini a Giuseppe Vallecchia affinché si attivasse per recuperare il denaro. Dalle indagini, basate anche su alcune intercettazioni, è stata formulata l'accusa di tentata estorsione aggravata.