PALERMO. Eccolo, il mondo della perversione della Palermo sommersa, sconosciuta, tragica e proibita. Dario Nicolicchia mette le mani avanti: «Soldi non ne ho presi, né da lei né da altri. Era solo divertimento, sesso, erotismo. Ci piaceva fare certe cose proibite, insomma. Chi partecipava? Tanta gente: medici, avvocati...». Forse più dei quaranta di cui si è già parlato. E dei dieci che sono finiti sotto inchiesta con l’ipotesi di induzione alla prostituzione minorile. Arrestato venerdì, con l’accusa di avere sfruttato la prostituzione della sua fidanzatina, che all’epoca dei fatti aveva tra 15 e 17 anni, «Dario sulla luna», come si faceva chiamare su Facebook, ammette ciò che non può negare. Riduce (si fa per dire) tutto a una serie di soddisfacimenti di sfere e desideri repressi, di cui non sta bene parlare apertamente, nei salotti, ma a cui in tanti fanno ricorso, nel privato più privato. Ma soldi no, non ce ne sarebbero stati. DAL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA. PER LEGGERE TUTTO ACQUISTA IL QUOTIDIANO O SCARICA LA VERSIONE DIGITALE