PALERMO. La Direzione Investigativa Antimafia, coordinata dalla Procura del capoluogo, ha eseguito dieci arresti e perquisizioni a Palermo. Le persone coinvolte nell'inchiesta sono di Palermo e Napoli. Sono accusate di associazione a delinquere finalizzata alla truffa alle assicurazioni e lesioni personali aggravate. Tra gli arrestati c'è anche un ex collaboratore di giustizia palermitano, Salvatore Candura che insieme a Vincenzo Scarantino avevano fatto false dichiarazioni sulla strage Borsellino. Candura insieme a complici palermitani e napoletani avrebbe avviato un giro di truffe alle assicurazioni. In particolare l'organizzazione criminale avrebbe assoldato persone pagate per farsi sfregiare in varie parti del corpo. Le presunte “vittime” andavano poi al pronto soccorso per farsi refertare e poi chiedere un risarcimento alle assicurazioni. L'indagine nasce da una denuncia di Candura che aveva sostenuto di aver ricevuto delle minacce a seguito della sua collaborazione con la giustizia. Da accertamenti è, invece, emerso che il falso pentito era regista delle truffe e il punto di riferimento del gruppo, nell'ambito del quale si era imposto per la spregiudicatezza e per la capacità di organizzare, promuovere e dirigere un complesso e collaudato sistema che, attraverso finti sinistri stradali, consentiva ai membri dell'organizzazione di ottenere ingenti risarcimenti per i gravissimi danni fisici cagionati alle «vittime» (sfregi al viso, rottura di articolazioni ecc.). Ogni sinistro fruttava all'organizzazione, in media, dai 20 ai 30 mila euro (la stima complessiva è di svariate centinaia di migliaia di euro), non considerando i costi sostenuti dal Servizio Sanitario Nazionale per le cure da prestare ai soggetti coinvolti. Tra gli arrestati, responsabili del reato di associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei delitti di truffa alle assicurazioni e di lesioni personali aggravate ci sono:l’ex collaboratore di giustizia Salvatore Candura, di 55 anni e i palermitani Maurizio Furitano, di 46 anni, Pietro Carollo, di 57 anni, Francesco Paolo La Mattina, di 23 anni, Michele Todaro, di 25 anni, Davide Scafidi, di 34 anni, mentre i campani sono Luigi D’Onofrio, di 45 anni , Ciro Ioele, di 45e anni, Anna Campagna, di 3 5 anni e Luciano Rinaldi, di 44 anni. Particolare il caso di Anna Campagna, incinta di due mesi. La donna si sarebbe fatta sfregiare il viso con i cocci di una bottiglia per simulare di aver subito un incidente stradale. Secondo gli investigatori, avrebbe avuto anche un ruolo attivo nella banda, reclutando altre persone disposte a subire sfregi e danneggiamenti in cambio di denaro, per simulare incidenti. In una intercettazione Campagna parla con il convivente rivelandogli che le era stato chiesto di «prestare» la figlia di 13 anni come finta vittima. Le persone coinvolte come presunte vittime sono indagate. Solo alcune che hanno avuto anche un ruolo attivo nell'organizzazione, sono state arrestate.