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Ciapi di Palermo, i due processi verso la prescrizione

PALERMO. E’ un'inutile corsa contro il tempo quella dei processi scaturiti dalle indagini sul Ciapi di Palermo, l’ente di formazione coinvolto dalla maxi truffa sui fondi della formazione professionale. I due procedimenti sono entrambi a dibattimento: il primo da marzo 2014, l’altro da luglio scorso, ma la maggior parte dei reati contesti in entrambi i processi si prescriveranno tra la fine del 2016 e la fine del 2017, quando forse non si sarà nemmeno concluso il primo grado di giudizio.

Una sconfitta per il sistema giudiziario che sconta il problema di tempi della prescrizione soprattutto nel caso di reati contro la pubblica amministrazione che vengono scoperti, molto spesso, solo ad anni di distanza. Indagini lunghe e complesse che si tramutano in interminabili processi spazzati via dal colpo di spugna della prescrizione. Un diritto degli imputati che però rischia di trasformarsi in un modo per “superare” indenni i problemi giudiziari.

I reati contestati si protraggono fino al 2009, a novembre prossimo sarà già prescritta la truffa, un episodio di corruzione farà la stessa fine nel 2017. Solo i finanziamenti illeciti, qualora fossero dimostrati, si prescriveranno nel 2020.

Nel primo processo sono a giudizio – ancora si stanno esaminando i testi dell’accusa - il manager della pubblicità Faustino Giacchetto, l'ex presidente dell'ente di formazione professionale, Francesco Riggio, Stefania Scaduto e Concetta Argento (rispettivamente segretaria e moglie di Giacchetto), l'ex dirigente dell'Agenzia regionale per l'impiego, Rino Lo Nigro, e l'ex assessore regionale Luigi Gentile. Secondo l'accusa, Giacchetto avrebbe pianificato una mega truffa, creando un sistema illecito per gestire a suo piacimento, grazie alla presunta compiacenza di imprenditori, burocrati e politici, quindici milioni di euro destinati alla comunicazione del progetto Coorap.
Nel Ciapi bis, oltre a Giacchetto ci sono anche i politici e i funzionari che, secondo l'accusa, lo avrebbero favorito nel suo ruolo di collettore di fondi per la pubblicità dei corsi di formazione.

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