PALERMO. «Mio figlio non ha avuto niente dalla vita, è stato dimenticato dalle istituzioni, vive in una casa piena di umidità, dove il bagno è così piccolo che non lo posso neanche lavare. Eppure è lui che mi dà la forza per andare avanti». Rosalia Gelardi ha il volto stanco di chi lotta da trent'anni, di notte e di giorno, per far vivere una vita dignitosa al figlio Alberto Conoscenti, inchiodato su un lettino a rotelle da una tetraparesi spastica gravissima, «ma che è il ragazzo più bello del mondo». Si muove nella casa in cui vive da sempre con l'imbarazzo di chi vorrebbe mostrare vasi coi fiori, tende, oggetti preziosi, e invece si ritrova a combattere con l'umidità che divora le pareti e i tetti, ghiaccia le ossa e il cuore. Nella graduatoria per le case popolari è stata scavalcata tanti anni fa e poi ha rinunciato. Vorrebbe affittare un'altra casa a piano terra che fosse più adatta alle loro esigenze, «ma più di 300 euro non possiamo spendere». Rosalia e Alberto, il papà Umberto è morto un mese fa, vivono in un piano terra di via Castellana Bandiera, la strada alle pendici di Monte Pellegrino diventata famosa per il film di Emma Dante. Stanzone giganti e umidissime si affacciano sulla campagna, «d'estate è una meraviglia, ma nel resto dell'anno devo stare con le finestre aperte per fare andare via la puzza di muffa e se apro un cassetto trovo tutto bagnato». Gli infissi sono vecchi, il bagno angusto. DAL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA. PER LEGGERE TUTTO ACQUISTA IL QUOTIDIANO O SCARICA LA VERSIONE DIGITALE