PALERMO. Ottanta attentati intimidatori in 22 anni. E’ questo il tragico bilancio ai danni del Centro di Accoglienza Padre Nostro, fondato dal Beato Pino Puglisi. Questa notte l'ennesimo episodio: è stata rubata tutta la rete di recinzione attorno al campo di calcetto del centro e sono stati divelti i pali. E’ da un anno che si aspettano i fondi della Regione per installate apparecchiature di video sorveglianza. Ma la Regione per erogare i fondi attende la relazione della prefettura di Palermo che attesti che il Centro di Accoglienza Padre Nostro non si danneggia da solo. “Abbiamo mandato al nuovo prefetto di Palermo, Antonella De Miro, una richiesta urgente per la convocazione di un tavolo sulla sicurezza del centro e dell’intero quartiere di Brancaccio”, spiega il presidente del Centro di Accoglienza Padre Nostro, Maurizio Artale. I membri della commissione regionale Antimafia hanno monitorato la situazione del Centro lo scorso marzo. “In particolare sono venuti il presidente Nello Musumeci e i deputati Alongi, Cordaro e Ferrandelli e hanno richiesto anche loro l’intervento della prefettura”, spiega Artale. “Abbiamo inviato a tutte le autorità dal presidente delle Repubblica al sindaco un progetto 'Brancaccio 2.0' – precisa Artale - che ha ricevuto l’apprezzamento di tutti ma ancora aspetta di essere realizzato”. Il progetto prevede la mappatura dei tesori della seconda circoscrizione che possono diventare una concreta risposta occupazionale per gli abitati del quartiere. “Se non si dà lavoro agli abitanti di Brancaccio le persone continueranno a delinquere e noi a subire atti vandalici. Le autorità devono capire che il Centro di Accoglienza Padre Nostro è un obiettivo sensibile”, conclude Artale.