PALERMO. Il primo ricorso arriva in tempi record: contro l'assoluzione di Domenico Lipari la Procura generale precede la Procura presso il Tribunale e «prenota» un processo in Corte d'appello. Illogica, contraddittoria, in parte mancante di motivazione e capace di travisare il fatto: così è, secondo il pg Mirella Agliastro, la sentenza che ha scagionato l'ex direttore dell'Agenzia delle Entrate Palermo 1 dall'accusa di violenza sessuale nei confronti di due impiega te dell' ufficio in cui l' imputato lavorò fino al 2009, anno in cui andò in pensione. Il caso, aperto da un articolo del Giornale di Sicilia, sta facendo discutere tutta l' Italia: la sentenza della seconda sezione del Tribunale ha infatti ritenuto che l' atteggiamento scherzoso e immaturo del capufficio, unito al fatto che i toccamenti furono lievi, non sarebbe stato invasivo della sfera di libertà sessuale delle «persone offese», una delle quali si era costituita parte civile. L'assoluzione era poi da ricollegare anche alla mancanza di concupiscenza e di piacere sessuale di Lipari, che si limitò a buffetti appena percettibili. Sostiene invece la bontà della decisione del collegio presieduto da Bruno Fasciana il legale di Lipari, l' avvocato Sergio Monaco: le due donne, afferma, non si sentirono affatto «abusate», violentate. DAL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA. PER LEGGERE TUTTO ACQUISTA IL QUOTIDIANO O SCARICA LA VERSIONE DIGITALE