PALERMO. Se diacono è colui che serve, Biagio Conte lo è certamente «in pectore». Hanno riflettuto proprio su questa testimonianza di dedizione al prossimo in maniera totale i diaconi permanenti della diocesi di Palermo, che hanno proposto al nuovo arcivescovo di ordinare diacono colui che da oltre 25 anni assiste i più poveri, ospitando nelle tre sedi della missione Speranza e Carità.
E monsignor Corrado Lorefice ha accolto l’idea con grande disponibilità. La proposta è stata avanzata ufficialmente all’arcivescovo venerdì sera nel corso di un incontro al quale hanno partecipato anche le mogli di molti diaconi permanenti.
Un momento, organizzato dal delegato arcivescovile dei diaconi, don Giuseppe Sunseri, e che si è svolto in un luogo significativo della carità, l’istituto «Maria Immacolata» della Congregazione femminile delle serve dei poveri del beato Giacomo Cusmano.
«Biagio Conte è l’araldo della carità e rappresenta un modello da imitare - dichiara il diacono Pino Grasso, promotore dell’iniziativa, accolta a larga maggioranza dagli altri 40 diaconi -. Egli, infatti, interpreta molto bene il ruolo di diacono seppure “de facto”. Quale migliore profezia potrebbe rappresentare l’ordinazione diaconale per l’imposizione delle mani del vescovo di chi ogni giorno indossa il vero grembiule del servizio e non la dalmatica soltanto durante le celebrazioni liturgiche. Personalmente, ogni qual volta lo incontro, non manco di dirgli che è lui il vero diacono e io quasi mi vergogno perché non so interpretare la diaconia a favore dei poveri e degli indifesi come invece sa fare lui».
E l’arcivescovo ha accolto con favore la proposta fatta dai diaconi, promettendo che la valuterà con grande attenzione.
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