PALERMO. È mettendo in pratica quel «e se ognuno fa qualcosa» del beato Pino Puglisi che la città di Palermo può rinascere. Ne è convinto il cardinale Paolo Romeo, che proprio alla vigilia del giorno in cui affida la guida dell’arcidiocesi al suo successore, monsignor Corrado Lorefice, prova a tracciare un affresco dell’impegno concreto della Chiesa nella lotta alle povertà e nella risposta ai bisogni più urgenti della gente. Lo ha fatto ieri, intervenendo in diretta a Ditelo a Rgs, e rispondendo alle domande dei conduttori. In questi quasi nove anni alla guida della diocesi sono stati numerosi gli interventi pubblici del cardinale Romeo, con i quali non ha mai mancato di sottolineare i bisogni di questa terra e di sollecitare ciascuno a dare il proprio contributo per cambiare il volto della città, partendo dall’attenzione a chi sta vicino. Il cardinale Romeo ha voluto partecipare spesso all’accoglienza al porto dei migranti trasportati dalle navi soccorritrici, dimostrazione evidente di cosa accade quando le energie di varie istituzioni e dei volontari cooperano a realizzare qualcosa di buono. E ha seguito sempre da vicino le opere-segno messe in campo dalla Caritas per rispondere alle urgenze delle fasce più deboli della popolazione. La Chiesa palermitana è molto impegnata nell’assistenza ai poveri. Che situazione lascia al suo successore? «Io credo che sui passi tracciati dalla Chiesa di Palermo, che si è sempre distinta storicamente nell’assistenza dei poveri, si potrà continuare nell’impegno. Basta pensare a San Benedetto da Palermo, che con la sua umiltà 250 anni fa serviva i poveri, ma anche al beato Giacomo Cusmano e alle opere dei bocconisti conosciute in tutto il mondo, e alle tante iniziative che fioriscono oggi in questa città, dalla missione di Biagio Conte a tante altre realtà, ne cito solo alcune: le opere-segno della Missione Palermo voluta dal cardinale Pappalardo, la comunità che assiste circa 300 diversamente abili, tutte le iniziative dell’Opera pia cardinale Ruffini in favore dei disabili a Villaggio Ruffini e nella comunità di accoglienza a Boccadifalco. Sono tutti piccoli segni di questo formicaio della carità che anima la Chiesa di Palermo, con tante altre iniziative dei centri d’ascolto».