PALERMO. Gli investigatori sono convinti che esistano altri appunti, che quello che ritengono essere il «libro mastro delle tangenti» sia composto da altri fogli e non solo dai quindici sequestrati all'imprenditore agrigentino Massimo Campione, all'inizio dello scorso mese di settembre. Potrebbero esserci altri documenti, con altri nomi, che potrebbero essere in qualche modo collegati alla gestione dell' aeroporto del capoluogo. E che - non è affatto escluso al momento - potrebbero portare anche molto più in alto, fino a Roma. L' inchiesta dalla quale sono scaturiti i tre arresti di giovedì, infatti, nasce proprio da quella più vecchia su un presunto giro di tangenti all' interno della Gesap, la società che gestisce lo scalo «Falcone e Borsellino». Da una serie di appostamenti e soprattutto da alcune intercettazioni «emerge- scrivono il procuratore aggiunto Dino Petralia ed il sostituto Claudio Camilleri nella loro richiesta di misura cautelare - la vicinanza e la confidenza del Campione con personaggi di alto profilo istituzionale specie in ambito aeroportuale, con scambi di notizie e consigli apertamente riferibili a lavori tecnici da compiersi in appalto da parte delle imprese del Campione». La vicenda delle presunte mazzette che l' imprenditore avrebbe versato a Dario Lo Bosco, docente univer sitario, presidente dell'Ast, nonché ex commissario della Camera di Commercio di Catania, e a due alti funzionari del Corpo forestale della Regione, Salvatore Marranca e Giuseppe Quattrocchi, sono al centro di uno stralcio dunque di una più vasta inchiesta che risale ormai a un paio di anni fa. DAL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA. PER LEGGERE TUTTO ACQUISTA IL QUOTIDIANO O SCARICA LA VERSIONE DIGITALE