PALERMO. È iniziato questa mattina, davanti alla corte d'assise di Palermo, il processo a Valentina Pilato, la donna che nel novembre 2014 gettò la figlia appena partorita nel cassonetto dei rifiuti. La giovane mamma, che ha altri tre figli, è accusata di omicidio premeditato. Non si sono costituiti parte civile né il marito, né i familiari della donna. La procura e la difesa, rappresentata dall'avvocato Enrico Tignini, hanno presentato la loro lista testi. La difesa punterà soprattutto sulle perizie degli psichiatri che hanno avuto in cura la ragazza e che dimostrerebbero, secondo gli avvocati, l'assenza di premeditazione del tragico gesto, avvenuto subito dopo il parto. Valentina Pilato la mattina del 24 novembre abbandonò la figlia appena partorita in un cassonetto di via Ferdinando Di Giorgi, uccidendola. In una prima fase la donna venne indagata per infanticidio e non venne applicata nessuna misura cautelare. Poi le indagini, coordinate dal procuratore capo Francesco Lo Voi, accertarono che la bambina morì per asfissia dentro al borsone dove la madre l'aveva chiusa prima di gettarla nel cassonetto. E così la Procura inoltrò la richiesta di arresto con l'accusa di omicidio volontario. La prossima udienza è fissata per il 26 ottobre.