PALERMO. A oltre sei anni dall'incendio scoppiato a bordo del traghetto "Vincenzo Florio" della Tirrenia che andava da Napoli a Palermo - era la notte tra il 28 e il 29 maggio del 2009 - nel capoluogo siciliano è iniziata l'udienza preliminare, ma molte delle persone offese non ci stanno e hanno annunciato che preferiscono non costituirsi parte civile in un processo che potrebbe concludersi con la prescrizione dei reati.
Per il rogo della nave sono indagati il comandante Aurelio Oliviero, il direttore di macchina Pasquale Cummaro, il primo ufficiale di macchina Gaetano Veniero, e il responsabile dell'ufficio tecnico della Tirrenia, Antonio Vendittis, che avrebbe ordinato le ventole dell'impianto antincendio senza fornire i precisi particolari alla ditta. A bordo c'erano 513 passeggeri e 53 componenti dell'equipaggio, che furono evacuati con delle scialuppe di salvataggio.
Oltre 150 le persone offese, molte delle quali difese dall'avvocato Maurilio Panci, che andranno direttamente dal giudice civile, visti i lunghi tempi del processo penale. La prescrizione del reato (che sarà integrato nella prossima udienza dell'11 dicembre passando dal generico "disastro doloso" a "naufragio doloso") dovrebbe comunque avvenire in dieci anni.
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