PALERMO. Non sa dire con precisione quando tutto sia iniziato, ricorda solo che tanto tempo fa ha cominciato a provare una strana invidia verso le sue compagne, verso le donne, «per la loro sensibilità, la loro delicatezza, il loro modo di essere, non la loro bellezza». Ricorda che, di nascosto, amava indossare abiti femminili, truccarsi e guardarsi allo specchio. E proprio lo specchio, però, le ha sbattuto in faccia per decenni la verità, rimandandole l'immagine del suo corpo maschile, che sentiva come una gabbia, e contro il quale ha lottato aspramente, «perché arrivi ad odiarlo il tuo corpo, ti strapperesti i pezzi che ti impediscono di essere donna, come invece ti senti». Ma alla fine, Valérie Andrea Contu, 48 anni, operaia forestale, originaria della provincia di Nuoro, in Sardegna, ha vinto su quello che una volta era Pietro Contu: l'operazione per cambiare sesso è stata eseguita al Policlinico a gennaio scorso. Ma, come Contu ha denunciato, le cose non sarebbero andate per il verso giusto: «Quello che ho tra le gambe- dice senza troppi giri - non è una vagina, né esteticamente, né sul piano funzionale e dopo l'intervento ho avuto molti problemi». Sul caso è stata aperta un'inchiesta. L'ipotesi è di lesioni colpo se a carico - per ora - di ignoti. La Procura ha affidato una consulenza ad un medico di Catanzaro per stabilire se effettivamente quanto denunciato da Contu abbia un fondamento. La donna è parte offesa ed è assistita da due avvocati sardi, Luigi Marcialis e Giuseppe Sale. «Sono venuta per la prima volta a Palermo, in vista dell' intervento, il 21 giugno del 2014 - racconta Valérie Andrea - il giorno in cui inizia l' estate, ero felicissima, finalmente potevo realizzarmi pienamente, ma per me l' estate non è mai sbocciata...». Ieri non è stato possibile avere una replica dal Policlinico. DAL GIORNALE DI SICILIA DELL'8 OTTOBRE