Palermo

Venerdì 22 Novembre 2024

Università, flop per la prima lezione di Medicina: mancano i docenti. Stop lezioni

PALERMO.  Cominciano con un flop le lezioni in Medicina all'Università di Palermo. Mille studenti sono stati costretti a seguire le lezioni in streaming perchè docenti vincitori di concorsi non vengono assunti. E così solo due professori stamani hanno cercato di fare lezione per mille studenti distribuiti in cinque classi. Così è stato deciso lo stop alle lezioni dei corsi di medicina a Palermo. Domani e dopodomani oltre mille studenti rimarranno a casa in attesa che vengano risolti i problemi tecnici per la trasmissione in streaming delle lezioni. La sospensione riguarda i corsi (per gli studenti del secondo anno) di anatomia, biochimica, fisiologia e immunologia. Il sistema in streaming però non ha funzionato, «l'audio era pessimo - dicono alcune studentesse - e i docenti non erano nemmeno inquadrati, seguire è stato impossibile. Perchè non ci si è attrezzati prima sapendo che ci sarebbero stati problemi?». Gli studenti della lezione di fisiologia sono stati invitati a spostarsi nell'aula dove si trovava il professore e dove c'erano altri 200 ragazzi. «Ci è stato detto che il problema ci sarà anche nei prossimi giorni e non si sa quando le lezioni potranno svolgersi in maniera normale» protestano gli studenti. Per i problemi tecnici allo streaming alcuni corsi di medicina sono stati interrotti, con le lezioni sospese e gli studenti costretti a tornare a casa. Di fronte alle proteste, i tecnici hanno riferito di avere avuto l'incarico di predisporre le apparecchiature nelle aule solo il primo ottobre, dunque quattro giorni prima dell'inizio dei corsi. La carenza di personale emerse già un anno fa, con l'ammissione di circa mille studenti che vinsero i ricorsi a medicina, con il conseguente aumento dei corsi da tre a sei. Per una norma del Senato accademico, a Palermo i ricercatori possono prendersi carico delle docenze ma solo a titolo gratuito, mentre è possibile dare incarichi retribuiti agli esterni. Il presidente della Scuola di medicina, Francesco Vitale, ammette che "ci sono stati problemi per l'inadeguatezza delle strutture" ma assicura che "tutto sarà risolto entro la fine della settimana". "La scelta di utilizzare lo streaming - spiega Vitale - risale all'anno scorso per via dei ricorsi che hanno moltiplicato per quattro volte gli iscritti in medicina. In alcuni settori abbiamo fatto i contratti ai docenti, in altri invece abbiamo avuto difficoltà a reperire le giuste competenze e dunque abbiamo optato per lo streaming, perché non abbiamo aule da 600 o mille posti. L'anno scorso abbiamo utilizzato le aule di ingegneria, quest'anno evidentemente le strutture non erano adeguate". Alcuni docenti di ruolo si sono rifiutati di fare lezioni in streaming considerando fondamentale il rapporto diretto e costante con gli studenti e aprendo dunque alla possibilità di supplenze, altri invece hanno accettato i collegamenti audio-video, facendo lezione a circa 600 studenti distribuiti in varie aule. La questione, aggiunge il presidente della Scuola di medicina, era stata sollevata anche al ministero. "Ma Roma ha creato un rimedio peggiore del male - sostiene Vitale -. Basti pensare al fatto che il ministero ha stabilito di fare i test d'ingresso a medicina a settembre, risultato è che non ci sono ancora le graduatorie, con conseguenze anche in altre discipline, come scienze biologiche, farmacia e altre. Farli a settembre è stata una follia, noi volevamo che si facessero ad aprile, come per le Università private". "Il primo anno di medicina non partirà prima di un altro mese - conclude Vitale - senza considerare eventuali ricorsi, ma questo sarà un altro problema".

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