PALERMO. «Il giudice di Roma ha dato il nulla osta per seppellire la salma di mio fratello. Già da una settimana. Solo che il Comune di Palermo ha stanziato la somma di duemila euro per il trasporto e il funerale. Soldi che non sono sufficienti per portarlo nel capoluogo e celebrare i funerali. L'amministrazione aveva detto che avrebbe pensato a tutto ed invece da una settimana mio fratello è ancora nel reparto di Medicina Legale dei Gemelli di Roma». Lo afferma Daniele Lo Porto, fratello di Giovanni Lo Porto, il cooperante ucciso al confine tra il Pakistan e l'Afganistan lo scorso gennaio, durante un raid statunitense contro al Qaeda. «Il risultato del dna ha confermato che si tratta della salma di mio fratello adesso chiedo al sindaco Leoluca Orlando - aggiunge Daniele - di mantenere fede alle sue promesse e portare mio fratello a Palermo per consentire alla famiglia di dare l'ultimo saluto a Giovanni. Altrimenti ci penserò io a trasportare la salma». "Siamo stupiti dalle dichiarazioni di Daniele Lo Porto, il Comune di Palermo ha dato l'immediata disponibilità al trasporto e al seppellimento della salma di Giovanni Lo Porto, tanto che il sindaco ha già dato firmato un'ordinanza con cui si dispone il trasporto e l'individuazione di un loculo al cimitero dei Rotoli". Lo hanno detto il sindaco Leoluca Orlando e l'assessore alla Partecipazione, Giusto Catania, dopo le dichiarazioni di Daniele Lo Porto, il fratello di Giovanni, il cooperante palermitano ucciso in Afghanistan. "Dopo aver ricevuto il nulla osta dalla procura di Roma, giunto venerdì scorso, - continuano Orlando e Catania - abbiamo avviato le regolari procedure di gara per individuare la ditta funebre. Domani sarà individuata l'impresa che effettuerà il trasporto e le esequie funebri di Giovanni Lo Porto. Non abbiamo alcun problema di natura economica per effettuare tale attività e abbiamo già manifestato alla famiglia Lo Porto tutta la nostra disponibilità al fine di definire tempi e modi di seppellimento del giovane cooperante palermitano".