PALERMO. Se dovessero presentarsi tutti alla prima udienza del processo, fissata per il 23 ottobre prossimo, il rischio di ripercussioni sulla raccolta dei rifiuti potrebbe essere concreto. Sono infatti ben 124 i dipendenti della Rap (la società che si occupa dell’igiene ambientale, nata dalle ceneri della fallita Amia) che dovranno rispondere quel giorno in tribunale di interruzione di pubblico servizio, in relazione alle tonnellate di rifiuti che rimasero per strada tra Natale 2013 e Capodanno 2014. Con loro anche due dirigenti dell’azienda, Antonino Putrone e Lara Calì, accusati invece di inadempimento di contratto di pubbliche forniture. La citazione diretta a giudizio - in quello che rappresenta una sorta di «maxiprocesso» sulla gestione rifiuti in città - è stata formalizzata dal procuratore aggiunto Dino Petralia e dal sostituto Anna Battaglia, che hanno coordinato l’inchiesta avviata all’inizio di gennaio 2014. Un fascicolo che era stato aperto più che tempestivamente dalla Procura. Le strade della città, proprio durante le feste natalizie, erano infatti rimaste sommerse dalla spazzatura perché numerosi turni di raccolta erano saltati. Un quadro offensivo per una città che cerca di puntare sul turismo; uno scempio sul quale i pm avevano subito deciso di fare chiarezza. E convocarono al palazzo di giustizia il sindaco, Leoluca Orlando, e anche i vertici della Rap, come persone informate dei fatti. Tutti collaborarono e fornirono anche documenti utili alla ricostruzione dei fatti. DAL GIORNALE DI SICILIA DEL 3 SETTEMBRE 2015