PALERMO. Sono 542 i migranti sbarcati stamani al porto di Palermo, giunti a bordo della nave Vega della Marina militare, che li ha soccorsi nel Canale di Sicilia. In lontananza, ancor prima che l’imbarcazione attraccasse, si udivano le loro voci e le loro mani scroscianti, mentre applaudivano e intonavano dei canti popolari, come rito di ringraziamento per essere finalmente arrivati sulla terraferma. Si contano 45 minori stranieri non accompagnati. Diverse le nazionalità, per la maggior parte sub-sahariane. Il gruppo più numeroso proviene dall’Eritrea, a cui seguono 5 del Ghana, 5 del Burkina Faso, 6 siriani, 43 del Gambia, 7 del Mali, 15 nigeriani, 25 del Senegal, 2 della Sierra Leone e uno della Costa d’Avorio. I migranti sono tutti in buone condizioni. Quattrocento di loro stanno per essere trasferiti in altri centri del Centro e Nord Italia: in alcune strutture d’accoglienza dell’Emilia Romagna, Veneto, Lombardia, Umbria, Marche, Basilicata, Toscana e Abruzzo. I minori stranieri non accompagnati invece resteranno in città e saranno presi in carico dal Comune, che li ospiterà sin da subito in alcune comunità d’accoglienza della provincia. E a proposto di minori, lo sbarco di oggi, il 18esimo del 2015, insieme al precedente, è quello che ha registrato tra i più alti numero di adolescenti soli, non accompagnati, dunque senza famiglia né parenti maggiorenni al loro fianco. A dare la primissima accoglienza al porto, anche questa volta, c’era la macchina della solidarietà della Caritas diocesana di Palermo, alla quale stamattina hanno dato un prezioso contributo 17 volontari, alcuni dei quali provenienti dal campo “Passione Civile” di Emmaus Italia, in corso a Palermo sino al 31 agosto. “Ai profughi, visibilmente stremati e provati dal lungo e faticoso viaggio affrontato – si legge in un comunicato della Caritas -, sono stati distribuiti i beni di prima necessità, quali cibo, acqua, scarpe e qualche indumento laddove necessario. Anche ad agosto, quindi, non si ferma la macchina della solidarietà. Nonostante le vacanze estive, sono stati infatti numerose le persone che hanno deciso di essere presenti al porto per porgere la loro mano e aiutare chi arriva da Paesi lontani in cerca di un rifugio, scappando da una vita fatta di stenti, guerra e povertà. Si sta riscoprendo una Palermo solidale e accogliente”. “La cittadinanza ha risposto in modo davvero positivo ai nostri appelli – spiega Anna Cullotta, coordinatrice dei volontari Caritas, che stamattina ha coordinato le attività di accoglienza - . Abbiamo trovato una città davvero solidale e pronta a dare il proprio contributo per aiutare chi ha bisogno. Molti i cittadini che si sono proposti come volontari per l’accoglienza dei migranti durante gli sbarchi, ma anche per la preparazione e la distribuzione del cibo. Abbiamo constatato, con mano, il buon cuore dei palermitani, che con spirito di servizio hanno deciso. Invitiamo tutti quanti a diventare volontari e a fare questa esperienza unica di forte umanità”. “I volontari sono stati presenti tutta l’estate – sottolinea Mario Sedia, vicedirettore della Caritas diocesana di Palermo -. Dovremmo ricordare le parole di papa Francesco, il quale ha detto che serve una globalizzazione dell’accoglienza e della disponibilità alla fraternità universale, come sottolineato nel suo ultimo documento in cui dedica ampio spazio appunto al principio di fraternità universale”. E tra i volontari che stamattina hanno dato il loro contributo durante lo sbarco, c’è Nicola Teresi, uno dei coordinatori del campo internazionale Emmaus di Palermo. "A Lampedusa ho già vissuto e partecipato a momenti toccanti e importanti come questo di oggi - dice -. Con la prima assistenza ai migranti, di cibo e scarpe, ci si rende conto subito della loro fragilità sociale e soprattutto si capisce il motivo per cui vengono da noi. Ritengo che mettersi al servizio di queste persone è doveroso e fondamentale. Palermo e tutta la Sicilia danno prova ogni giorno di grande solidarietà e sostegno in vario modo perché accogliere è insito proprio nella nostra cultura di isolani e gente di mare. Inoltre dare la possibilità ai ragazzi del campo Emmaus di unirsi alla Caritas per assistere i migranti, toccando con mano la sofferenza è una grande opportunità ed esperienza umana che ricorderanno per sempre e che racconteranno agli altri". Al porto sono arrivate diverse donazioni di indumenti e giocattoli destinati proprio ai piccoli migranti appena sbarcati. “La Caritas e la Chiesa devono essere sempre presenti laddove c’è un bisogno e devono entrambe operare secondo lo spirito e i principi indicati dal Vangelo - ha evidenziato il cardinale Paolo Romeo, che ha assistito allo sbarco -. Io rimango stupito nel vedere tanti volontari. Oggi, anche al rientro dalle vacanze, ci sono giovani, famiglie, pensionati che sono venuti qui per porgere una mano ai nostri fratelli bisognosi. Sono orgoglioso dei tanti volontari che, anche in modo nascosto, in nome della loro fede stanno a vario modo dando il loro contributo, donando vestiti, alimenti e parte del loro tempo”.