PALERMO. Il nucleo Tutela patrimonio artistico della polizia municipale ha sequestrato la settecentesca Villa Napoli, nel quartiere Calatafimi, a Palermo, dopo decine di incursioni vandaliche e danneggiamenti. Un provvedimento simile a quello adottato per Villa Rossi, a Tommaso Natale, per imporre ai proprietari lavori di consolidamento e riqualificazione. Il provvedimento di sequestro adesso deve essere convalidato dal gip. La Villa Napoli - come descrive Wikipedia - è una villa seicentesca di Palermo, di origini normanne, situata nell'attuale quartiere di Cuba-Calatafimi, ed inserita nell'area del "Genoardo", parco reale extraurbano su cui sorgevano vari Sollazzi Regi[1], oggi più importante zona commerciale di corso Calatafimi. Il complesso dispone di ben due accessi: il primo sul frontespizio della villa si trova in via Michele Titone, mentre il secondo, sul cortile retrostante, è sito in via Francesco Speciale. La villa sorse come una torre normanna e ingloba i resti della struttura della Cuba soprana, della quale restano visibili tratti di murature e un arco. Appartiene al medesimo complesso anche il padiglione della Cubula, cui era probabilmente collegata da una peschiera. Il palazzo normanno subì nei secoli trasformazioni ed ampliamenti ad opera di vari proprietari, alcuni dei quali possono essere identificati: i Ventimiglia, i Galletti, i Rao e Torres, i Di Napoli. Noto anche come Torre Alfaina, ebbe rifacimenti rinascimentali e fu trasformato infine nel Seicento in una villa a pianta rettangolare, alla quale venne aggiunta la scalinata a doppia rampa in facciata per l'accesso al piano nobile. Divenne di proprietà del giurista Carlo Di Napoli, dal quale riprende il nome attuale, nel 1730 e ancora nel Settecento le volte del salone nobile e una annessa piccola chiesa dedicata a santa Rosalia vennero affrescati da Vito D'Anna. Decadde in seguito per abbandono, subendo anche numerosi furti. Nel 1991 fu ceduta dalla famiglia Napoli alla Regione Siciliana e fu sottoposta a interventi di consolidamento delle strutture e di restauro. Attualmente se ne attende la riapertura da parte delle autorità competenti.