PALERMO. Un parco mezzi dimezzato, il capoluogo immerso nei rifiuti e l’ultimatum del sindaco. C’è tutto questo dietro l’emergenza rifiuti che, in questi giorni, sta mettendo in ginocchio la città. E spingendo allo stremo la resistenza dei palermitani.
Dovrebbero essere circa 65 gli autocompattatori idonei a ricoprire tutti gli itinerari e garantire un servizio di raccolta rifiuti regolare. Ma la Rap, da qualche giorno a questa parte, ne ha solamente la metà: «Al momento gli automezzi fermi sono circa il 50 per cento - ammette Pasquale Fradella, dirigente dell’area Igiene ambientale della Rap -. Con la metà dei mezzi disponibili, abbiamo avuto qualche difficoltà. Stiamo sollecitando le ditte che ci forniranno i mezzi nuovi».
Ma i nuovi compattatori non arriveranno prima dell’autunno e, addirittura, anche i 35 macchinari acquistati dalla Regione - il cui arrivo era previsto per la fine di luglio - saranno disponibili soltanto agli inizi di ottobre. L’ex municipalizzata sembra avere le spalle al muro: nonostante gli sforzi, gli interventi straordinari e l’arrivo delle 3 nuove spazzatrici, in città continuano a vedersi cumuli di sacchetti ovunque. E con le alte temperature è «gara» di cattivi odori e fastidiosi insetti. Situazione che, inevitabilmente, si traduce nelle proteste dei cittadini e - stavolta - nello sbotto di Orlando di qualche giorno fa: «Il Comune non darà altri soldi alla Rap», ha scritto in una lettera indirizzata a Sergio Marino, presidente della partecipata di Palazzo delle Aquile.
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