PALERMO. Via Roma 320, Poste centrali, piano terra, ufficio «inesitate». Da giorni è una specie di antro perennemente affollato. Volti stanchi, annoiati, nervosi, sbuffanti, segnati dalla calura implacabile di queste giornate vissute come carne vicina alla brace. Quelle facce esauste appartengono ai poveri utenti costretti ad attraversare la città per arrivare fin lì. Chi ha la fortuna di trovare un posto a sedere gode anche dell’aria condizionata, ma la paga a caro prezzo perché il biglietto della coda appena staccato è cinquanta, ottanta numeri indietro rispetto a quello che sta andando via con l’agognata missiva. Armarsi di pazienza è il miglior consiglio che si può dare in queste condizioni.
Anziani, donne, bambini. Fra le dita cartoline e strisce bianche degli avvisi di giacenza che diventano all’occorrenza deboli ventagli per asciugare il collo madido.
Spesso tutti non ci stanno lì dentro, le seggiole non bastano. E allora la fila virtuale continua all’esterno. I numeri dell’elimina code sono a tripla cifra. Le attese sono lunghe. Arrivi alle 11 e se ti va bene te ne esci con la raccomandata da ritirare un’ora, un’ora e mezza dopo. Perdete ogni speranza...
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