PALERMO. La Procura di Palermo ha chiesto la condanna, complessivamente, a quasi 150 anni di carcere per 16 fra titolari di tre cliniche private palermitane e medici per una truffa da 1,2 milioni di euro al Servizio sanitario. L'inchiesta è stata coordinata dal pm Amelia Luise. Secondo gli inquirenti, le cure per i malati oncologici, tra il 2007 e il 2009, sarebbero state pagate due volte, dall'Ausl 6, alle cliniche private «La Maddalena», «Latteri» e «Noto Pasqualino». Il servizio sanitario infatti avrebbe rimborsato prima i ricoveri (che avrebbero dovuto includere gli esami specialistici) e successivamente gli accertamenti diagnostici effettuati in strutture collegate alle cliniche. Tra gli imputati ci sono anche due medici - che ufficialmente lavoravano in due ospedali pubblici, il Policlinico e Villa Sofia, percependo per questa ragione un'indennità aggiuntiva - che dirottavano pazienti alla Latteri e alla Noto, sostenendo che nelle strutture pubbliche non c'erano posti. In cambio i sanitari avrebbero ottenuto percentuali sui guadagni delle cliniche. Per Guido Filosto, legale rappresentante della casa di cura La Maddalena Spa, Leone Filosto, Mauro Bellassai, della stessa casa di cura, il pm ha chiesto 12 anni di carcere. Per Maria Teresa Latteri, della omonima casa di cura, 15 anni. Quattordici anni sono stati chiesti per Giuseppe Di Lisi, 4 anni e 6 mesi per Vincenzo Scaletta, 12 per Maria Rosaria Valerio. Per Giovanni Gagliardo Di Carpinello, legale rappresentante della clinica Noto Pasqualino, il pm ha chiesto 12 anni di carcere. Quattordici anni sono stati invocati per Giovanni Sparacia, 12 per Giuseppe Antonio Iannello, 9 per Rossana Novelli, 9 per Salvatore Pastore e 3 ciascuno per Gioacchino Taormina, Maria Ciriminna, Ignazio Galizia e Giuseppe Ducato. Nei confronti di Luigi Cassata è stato chiesto il non doversi procedere per la prescrizione del reato. Imputate nel processo le tre cliniche - La Maddalena e Noto e la clinica Latteri - per le quali il pm ha chiesto condanne a pene pecuniarie e il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione. "Manifesto stupore sia per le richieste di condanna, poiché dall'istruttoria dibattimentale è emersa, a mio avviso, l'assoluta insussistenza dei fatti contestati ai miei assistiti, sia per l'abnorme richiesta di pene". A dichiararlo è l'avvocato Giovanni Di Benedetto, legale della casa di cura "La Maddalena" di Palermo, coinvolta, insieme ad altre strutture sanitarie della città, nell'inchiesta sulla presunta truffa al Servizio sanitario nazionale. Gli imputati al processo, assistiti dall'avvocato Di Benedetto, sono: il presidente de "La Maddalena", Guido Filosto, l'amministratore delegato Leone Filosto e il direttore sanitario Mauro Bellassai.