PALERMO. Non sono solo i tantissimi interventi chirurgici estetici soprattutto a vip siciliani eseguiti nel reparto di Villa Sofia a mettere nei guai Matteo Tutino, primario di Chirurgia Plastica finito ai domiciliari per abuso, peculato e truffa. C’è la partita legata al progetto per la fecondazione assistita e la raccolta dei tessuti. La realizzazione in Sicilia di una grande banca del Seme e dei Tessuti. Un grande affare su cui si sono gettati grossi gruppi privati che si sono rivolti all’assessorato regionale per chiedere le autorizzazioni. La burocrazia regionale, come hanno verificato le indagini, ha dato una corsia preferenziale alla proposta sponsorizzata da Tutino. Il primario pensava di avere le carte in regola per potere inglobare nel reparto di Chirurgia Plastica le nuove strutture. C’era l’ipotesi di utilizzare anche i locali in uso al Trauma Center. Un progetto stoppato dagli esposti dei sindacati e dalle indagini dei carabinieri del Nas e della Digos. Perché Tutino aveva presentato numerosi esposti proprio alla polizia contestando il lavoro anche dei vertici dei carabinieri. Anche l’assessorato diretto da Lucia Borsellino alla fine bloccò le mire di Tutino. L’affidamento della Banca non poteva essere diretto ma doveva arrivare dopo una gara ad evidenza pubblica. Su questa gara sono in corso indagini che potrebbero portare a nuovi scossoni nella sanità pubblica e privata. Non a caso il procuratore aggiunto Leonardo Agueci nei giorni scorsi aveva detto che presto ci saranno nuovi sviluppi nell’inchiesta.