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Pedofilia, portiere di Palermo condannato a 7 anni e 4 mesi

I fatti accaduti nella zona compresa tra via Notarbartolo e via Boito. Spaccapietra avrebbe indotto le sue vittime al silenzio. A qualcuna che gli mollava ceffoni, lui rispondeva: «Brava, hai capito il gioco»

PALERMO.  Sette anni e quattro mesi al portiere di uno stabile della zona di via Notarbartolo, accusato di avere mimato atti sessuali con bambine di quattro, cinque anni e poi, dopo che le piccole erano cresciute, di avere mostrato loro giornaletti pornografici.

Giovanni Spaccapietra aveva confessato e si era mostrato pentito, ma la terza sezione della Corte d’appello si è limitata a ridurre la pena (che era di otto anni) perché il fatto di mostrare riviste porno ai minori è stato previsto come reato solo qualche mese dopo che la vicenda si era verificata. La sentenza è del collegio presieduto da Raimondo Loforti, relatore Mario Conte, a latere Egidio Laneve. Il processo si è svolto col rito abbreviato (in primo grado davanti al gup) e dunque, senza lo sconto di un terzo, la condanna inflitta al portinaio sarebbe stata di poco inferiore ai dodici anni.

Il legale dell’imputato presenterà ricorso in Cassazione. Un processo complesso, nato quasi per caso, dalle confidenze fatte da una bambina alla sua mamma: «Il portiere ci ha fatto vedere delle riviste sporche, a me e alla sorellina...». E non solo questo. Perché la piccola aveva ricordato che, anni prima, Spaccapietra aveva fatto fare - a lei e a un’amichetta - un «gioco», quello di mimare, con i vestiti addosso, un atto sessuale.

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