PALERMO. Blitz della polizia a Palermo che all'alba ha eseguito misure restrittive nei confronti di dieci persone accusate di avere coltivato, prodotto e detenuto ai fini dello spaccio cocaina, marijuana e hashish. Il provvedimento è stato eseguito dai poliziotti della sezione “Antidroga” della Squadra mobile, in ottemperanza ad un ordine di carcerazione emessa dal Gip su richiesta della Dda di Palermo.
L’attività, denominata in codice Operazione “Andreas”, ha avuto una durata di circa un anno ed ha avuto origine dallo sviluppo di spunti investigativi ottenuti, tra l’altro, dalla sorveglianza di alcuni giovani dediti allo smercio in città di derivati della cannabis.
LE INDAGINI. La base dello spaccio dell’operazione Andreas, chiamata così perché uno dei pusher somigliava al calciatore tedesco della nazionale Brehme, era la bottega a Ballarò di Giovanni Bronte. Il fruttivendolo inserito nella famiglia mafiosa di Porta Nuova controllava e gestiva i traffici di droga di marijuana e hashish.
Seguendo i suoi pusher fidati Antonino Augello e Benedetto Graviano, solo omonimo della famiglia mafiosa di Brancaccio, gli uomini della sezione Antidroga della squadra mobile di Palermo sono riusciti ad identificare e fare irruzione in due grosse piantagioni di marijuana: la prima nel territorio di Monreale la seconda tra Vicari e Campofelice di Fitalia.
Qui in due terreni incolti difficilissimi da raggiungere, abbandonati dai proprietari controllati giorno e notte da sentinelle crescevano 5 mila piante. Due piantagioni che servivano per il fabbisogno dello spaccio delle famiglie di Porta Nuova sempre più coinvolte nella produzione e nella detenzione e commercio di stupefacenti. Tanto che quando gli agenti sequestrarono le due piantagioni e la marijuana già essiccata i boss cercarono di rifornirsi a Catania.
I loro telefoni erano sotto controllo e così per i poliziotti fu un gioco da ragazzi bloccare i corrieri che stavano portando a Palermo oltre 50 chili di erba pronta per spacciarla a Ballarò.
Oltre a Bronte, Graviano e Augello, nell’operazione sono finiti in manette Salvatore Coppola, 39 anni, Giuseppe Lombardo 33 anni, e Salvatore Provenzano 45 anni, Antonio Tola, 23 anni Gaspare Corso 44 anni, tutti residenti a Partinico e ufficialmente braccianti agricoli, Mario Iannitello 54 anni di Alimena, Danilo Monti, 30 anni.
Quest’ultimo era l’uomo che curava gli interessi della famiglia Giaconia. Un tuttofare su cui gli uomini di Porta Nuova potevano fare affidamento in ogni momento.
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