PALERMO. Lavorava al call center ma aveva una grande passione Tania Valguarnera la giovane uccisa questa mattina da un pirata della strada: la scultura. Aveva creato una pagina Facebook dove pubblicava le sue creazioni: sito di arti e discipline umanistiche. Aveva pubblicato un album vita e un album foto morte. In quest’ultimo è raffigurata una donna distesa morta e una citazione di Osho “Diventi parte della terra: il tuo corpo scompare nella terra, il tuo respiro svanisce nell’aria, il tuo fuoco ritorna al sole, la tua acqua agli oceani e il tuo cielo interiore s’incontra con quello esteriore. Questa è la morte”.
Ha frequentato il liceo artistico Damiani Almeyda, e nel 2004 ha conseguito la maturità artistica di 2° sezione (architettura). Dopo il corso integrativo, si è iscritta all'Accademia di Belle Arti di Palermo alla cattedra di Scultura del maestro Salvatore Rizzuti. Contemporaneamente, nel 2006 ha preso parte alla scuola di formazione professionale Arces, ottenendo la qualifica di Tecnico nella lavorazione dei metalli preziosi (progetto Telamp), e dove ha appreso le tecniche di lavorazione quali fusione, saldatura, incisione, incastonatura, lucidatura, limatura, cesello, traforo e messa in piombo. Nello stesso anno ha partecipato al concorso "Premio Comandante Giorgio Lupo", istituito dall'associazione provinciale orafi - argentieri ed affini della provincia di Palermo e organizzato dalla Camera del commercio. Nel 2012 ha conseguito il diploma accademico di I° livello in Arti Visive e discipline dello spettacolo, indirizzo Scultura. Nel 2014 ha partecipato alla prima edizione del concorso intitolato a Liliana Nocera, ed è stata selezionata tra i finalisti dalla giuria, tra cui Francesco Poli (critico d’arte e curatore internazionale), per la mostra “Giovani scultori alla Permanente” di Milano.
Frequentava il Biennio specialistico in Arti Visive - Scultura presso l’Accademia delle Belle Arti di Palermo.“Partendo dal tradizionale studio anatomico della figura umana – ha detto Tania Valguarnera - ho sfruttato questo come strumento di espressione di stati d’animo e riflessioni intorno all’esistenza nella sua complessità, e al rapporto con l’alienante conformismo dei nostri giorni che ci vede costretti, a volte, a occultare i propri desideri per “sopravvivere” allo squallore del quotidiano”. Tra le sue opere, una donna in una postura solida, radicata nella terra e nella propria interiorità, addenta la propria treccia di capelli per quel mal sopportare di restrizioni alla propria libertà. Un radicamento o aderenza alla realtà, una condizione di inattività, lontana dal progresso, che porta inevitabilmente anche alla morte interiore.
Anche il piccolo gruppo scultoreo dei bambini con palloncini, che apparentemente comunica tenerezza e giocosità, cela una riflessione sulla delicatezza di quella fase di transito, quale è l’infanzia, come periodo fondamentale alla plasmabilità della personalità e autostima proprie.
Le sue opere sono idee che si materializzano in sculture di varie dimensioni, materiali (terracotta, gesso, pietra, vetroresina) e tecniche plastiche (da bassorilievi a sculture a tutto tondo).
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