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Studente di Palermo morto carbonizzato, tra le ipotesi c’è quella di un terribile incidente

Vincenzo Liotta, 22 anni, sarebbe rimasto vittima dell’esplosione di una bottiglia di benzina mentre accendeva un fuoco

PALERMO. Una drammatica fatalità, una bottiglia di benzina probabilmente esplosa tra le mani mentre tentava di accendere un fuoco. Potrebbe essere stato un incidente, quello che si è portato via Vincenzo Liotta, il ventiduenne palermitano trovato morto carbonizzato nell’abitazione utilizzata dai familiari per le vacanze estive, in contrada San Costantino a Piraino, nel Messinese.

L’ufficialità dovrebbe darla l’autopsia disposta dal tribunale di Patti e che si svolgerà oggi a Messina, ma ormai i carabinieri della compagna pattese hanno raccolto numerosi elementi che fanno pensare che la morte dello sfortunato ragazzo sia avvenuta proprio a causa di un tragico incidente e non per un gesto volontario, anche se le indagini continuano in tutte le direzioni. Troppi però sono gli elementi forniti da parenti e amici e raccolti dagli investigatori che indicano come sbagliata la direzione del suicidio.

Come un biglietto aereo comprato per lui e per la fidanzata in vista delle vacanze estive, o la gioia di vivere che il ventiduenne aveva sempre dimostrato. La prima a escludere l’ipotesi del gesto estremo è stata la madre Angela: «È stato un incidente, ne sono sicura. Avrà cercato di accendere il fuoco e sarà morto, il mio angelo...».

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