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Raid in una casa di Palermo, donna aggredita e rapinata: 2 arresti

PALERMO. La polizia di Palermo ha risolto, in tempi strettissimi, il caso di una violenta rapina domestica, avvenuta in un appartamento del quartiere Zisa. I poliziotti della sezione investigativa del Commissariato “Zisa-Borgo Nuovo” e della sezione della Squadra Mobile “Contrasto al Crimine Diffuso” hanno, per quella rapina, dato esecuzione ad un provvedimento di custodia cautelare in carcere nei confronti di due giovani palermitani che dovranno rispondere dei reati di rapina aggravata in concorso e danneggiamento.

Le indagini dei poliziotti hanno fatto luce su un grave episodio di rapina in abitazione, le cui terribili fasi sono state filmate, in diretta, da una telecamera fatta installare dal nucleo familiare, per precauzione. Intorno alle 19:30 dello scorso 27 marzo, attraverso la grondaia di un immobile, i due malviventi sono riusciti a raggiungere, in rapida successione, l’interno di un’abitazione al primo piano.

I criminali, dopo avere brutalmente scaraventato per terra la vittima, una donna sola in casa che guardava la tv, sono riusciti, in meno di 10 minuti, a razziare preziosi, denaro ed argenteria, per un valore superiore ai ventimila euro. Quasi a conclusione del raid, uno dei due malviventi ha notato la telecamera e con un gesto d’impeto l’ha ripetutamente colpita fino a metterla fuori uso.

Gli arrestati sono Gaetano Ricupero, 21 anni e Francesco Paolo Comignano, 18 anni, entrambi del quartiere Zisa. Il provvedimento restrittivo è stato disposto dal gip del Tribunale di Palermo, Roberto Riggio. Entrambi sono accusati di rapina aggravata in concorso e danneggiamento.

"Il film della rapina recuperato nella telecamera ha raccontato agli agenti la trama di un episodio di criminalità diffusa, ma anche - affermano gli investigatori - il dramma di una donna sorpresa in casa in un momento di normale quotidianità, violata nei suoi affetti e privata dei suoi beni, non solo quelli patrimoniali".

I poliziotti hanno scrutato le immagini registrate ed anche attraverso la rilevazione di alcuni particolari non proprio visibili ad occhio nudo, come il tatuaggio sulla mano destra del Comignano, sostengono di avere riconosciuto gli indagati

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