PALERMO. Ci sono il noto bar del centro e il notissimo bar della periferia. Ci sono il cinema come la sala ricevimenti, la bottega per la panificazione come la rivendita di ceramiche, l’oleificio come il vivaio, il ristorante e il pub. E ci sono i privati, che sfruttavano servigi e amicizie offerti a prezzi più che concorrenziali da un ex tecnico dell’Enel, da alcuni dipendenti di una società mandataria della stessa Enel, la Soigea srl, incaricata della gestione di alcuni servizi. Lo scopo, ovviamente, era risparmiare sui consumi, in alcuni casi del 99,99 per cento: praticamente un gioco da ragazzi, in queste condizioni. Sono 133 le persone indagate nell’inchiesta, adesso conclusa, coordinata dal procuratore aggiunto Claudio Corselli e condotta dalla Squadra mobile: associazione per delinquere — reato contestato ai dieci presunti organizzatori del megaimbroglio — e una serie di ipotesi di furto e furto aggravato in concorso, aggravato e continuato. Difficile quantificare il danno arrecato all’azienda Enel, che con le sue denunce ha provocato l’apertura del fascicolo, in mano ai sostituti procuratori Maurizio Agnello, Renza Cescon e Gaetano Guardì: ma si tratta di qualche milione di euro, dato che i furti si sono protratti, complessivamente, per anni e anni, per migliaia e migliaia di kilowattore «rubati» con destrezza e abilità da tecnici di grandissima perizia ed esperienza.