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"Rubavano 300 litri di gasolio al giorno" alla Rap, domiciliari per 5 dipendenti - Video

PALERMO. Furti di carburante e beni aziendali. Con questa accusa la Polizia di Stato ha eseguito diverse misure cautelari nei confronti di dipendenti della Rap, ditta a partecipazione municipale che gestisce la raccolta dei rifiuti a Palermo.

Le indagini avrebbero accertato una serie di furti che "avvenivano quotidianamente, determinando la spoliazione della ditta, letteralmente razziata". Approssimativamente, è stato calcolato che, durante il periodo al centro delle indagini, siano stati trafugati circa 300 litri di gasolio al giorno appartenenti all'azienda.

L'indagine è stata condotta dal commissariato di polizia di Brancaccio e coordinata dal pubblico ministero Piero Padova e dal procuratore aggiunto Dino Petralia. Gli arresti domiciliari sono stati imposti ad Antonio Cardinale, Giovanni Di Franco, Carmelo Iacò, Francesco Mancuso e Salvatore Messina. Il gip ha poi disposto la misura dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per Accursio Cacciabaudo, Rosario Giglietti, Maurizio Lanzarone, e Girolamo Iacò, tutti tranne quest'ultimo dipendenti della Rap.

Nel corso dell'indagine sono stati trovati tute da lavoro, sacchi, mazze, scope ma anche carta igienica e detersivi di proprietà dell'azienda e sottratti dagli indagati. Sequestrata, inoltre, una grande quantità di carburante in possesso di Giglietti, Mancuso e Iacò. Nelle scorse settimane l'azienda è tornata al centro delle cronache per l'ennesima emergenza rifiuti in città. Proprio lamentando l'assenza di mezzi di lavoro i sindacati hanno organizzato assemblee di lavoratori durante le quali la raccolta è stata sospesa, con grossi disagi per i cittadini. Ciò ha portato la Procura ad aprire un'inchiesta, ancora a carico di ignoti, per interruzione di pubblico servizio.

LE INDAGINI. In meno di un anno, da luglio 2013 a marzo 2014 circa, 300 litri di gasolio al giorno sarebbero stati rubati dai serbatoi della Rap, l'azienda municipalizzata che si occupa della raccolta dei rifiuti a Palermo. Quasi centomila litri di carburante sarebbero stati, secondo gli inquirenti, prelevati da nove dipendenti dell'azienda per i quali stamattina sono state disposte le misure di custodia cautelare: cinque arresti domiciliari e quattro obblighi di firma.

Secondo le indagini della polizia, quando la benzina sottratta non era destinata al consumo dei mezzi privati di dipendenti e congiunti, serviva per alimentare un parallelo 'mercato nero' nel quale il carburante sarebbe stato venduto al prezzo concorrenziale di un euro al litro. Per prelevare il combustibile, i dipendenti infedeli avevano fatto ricorso a un espediente che avrebbe tutelato anche gli addetti alla colonnina: riempivano bidoni e taniche durante il rifornimento di carburante, nel deposito di via Ingham, degli automezzi aziendali. Negli autocompattatori finivano quindi meno litri di gasolio di quelli erogati. Le taniche venivano poi fatte uscire all'interno degli stessi automezzi. In altri casi, il furto sarebbe avvenuto versando il carburante eccedente all'interno di una cisterna interrata, vicino l'impianto di rifornimento, che fungeva, dunque, da "deposito abusivo" di carburante, dal quale poi attingere, nei momenti di maggiore tranquillità.    Per verificare la "disponibilità" di carburante nella cisterna interrata ed evitare di compiere furti troppo avventati, gli indagati misuravano con un'asta la quantità di combustibile. I dipendenti non si sono fermati nemmeno dopo i blitz della polizia il 17 dicembre 2013 e il 5 febbraio 2014 che portarono all'arresto di tre dipendenti e altre due persone che avevano rubato carburante. Gli agenti hanno anche scoperto che la rivendita dei beni della Rap (tra i quali anche carta igienica, detersivi e strumenti per la pulizia) era gestita da congiunti dei dipendenti Rap. Il figlio di uno degli indagati aveva infatti allestito nel mercato di Ballarò una bancarella "imbandita" di prodotti riconducibili ad Amia e Rap.

INDAGATI SOSPESI DAL SERVIZIO - Saranno sospesi dal servizio i nove dipendenti della Rap, la società, che si occupa della raccolta dei rifiuti a Palermo, indagati dalla Procura perchè sorpresi a rubare carburante e beni aziendali. Per cinque di loro sono stati disposti gli arresti domiciliari, per quattro l'obbligo di firma alla polizia giudiziaria. La Rap avvierà un procedimento disciplinare e non esclude il licenziamento.  «Il provvedimento di sospensione immediata dal lavoro - dice il presidente della società, Sergio Marino - sarà ratificato domani nella riunione del Cda. Valuteremo i documenti e gli atti, che ci saranno trasmessi dalla Procura, per decidere le
sanzioni da applicare, incluso il licenziamento. Lo avevamo già deciso nel 2013 in casi analoghi».

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