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Lo accoltellò, ma c’è l’attenuante delle minacce subite: un anno e 8 mesi

PALERMO. Era stato contestato il reato di tentato omicidio aggravato per avere sferrato sette coltellate ad un connazionale romeno. Il pm aveva chiesto una pena di sette anni. Ma Adrian Sandu aveva sempre contestato la ricostruzione degli investigatori. La notte del
primo gennaio dello scorso anno non avrebbe colpito Marian Iacobut in discoteca per banale alterco.
Fin dall'interrogatorio di garanzia Adrian Sandu aveva sostenuto che Marian Iacobut avesse più volte preteso illecitamente da lui del denaro, e che la lite fosse sorta proprio per una ennesima e minacciosa richiesta. Aveva ribadito al giudice che non aveva mai avuto l'intenzione di ucciderlo, ma solo di difendersi durante la lite.
Nè il Gip nè il Tribunale del Riesame hanno mai creduto a questa versione. Il Giudice dell'udienza preliminare, Giuliano Castiglia, a seguito di giudizio abbreviato richiesto dall'avvocato Salvatore Agrò ha riqualificato il fatto come lesioni personali, concedendo altresì l'attenuante di avere agito in stato d'ira per fatto ingiusto, condannando Sandu a un anno e otto mesi di reclusione, e disponendo la scarcerazione immediata. Si trovava in carcere dal 23 gennaio 2014.

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