PALERMO. Una torbida storia familiare. Soprattutto per uno dei due che ha vissuto un incubo per molti mesi. È la relazione vissuta da due cugini palermitani, uno studente a Lettere e filosofia, lei a Giurisprudenza. Dalla relazione tenuta nascosta, però, si è poi passati all’accusa per il ragazzo di violenza sessuale. Il giovane al processo ha deciso di patteggiare una pena di due anni e mezzo, risarcendo anche la ragazza di ventimila euro.
Era innocente, ma in quel momento questa sembrava essere l’unica soluzione. La svolta della vicenda si ha quando il ragazzo cambia i suoi avvocati. Si punta tutto su Facebook e su una peculiarità del social network che archivia tutte le conversazioni e che all’epoca del patteggiamento non esisteva. Grazie a Facebook, il ragazzo è stato assolto. Il social network, infatti, ha dimostrato che non si trattava di violenza sessuale, ma di una vera e propria relazione tra due cugini con scambi di frasi d’amore e con tanto di scambi di foto.
Il sesso passò dalla web cam alla camera da letto. Un giorno, però, i due sono stati sorpresi dalla madre della ragazza. È in quel momento che la ragazza, per giustificarsi, racconta di essere stata costretta con la forza ad avere rapporti sessuali col cugino, secondo quanto sostiene la tesi difensiva. Tesi che è stata accolta dal pubblico ministero e che ha portato il giudice dell’udienza preliminare all’assoluzione del ragazzo.
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