PALERMO. Quella borsetta di stoffa rosa che portava a tracolla era diventata il suo manifesto di coraggio e speranza. Da quando, tre anni fa, i medici le avevano diagnosticato un tumore all’intestino. Faceva la psicologa, ma tutti la conoscevano come la «ragazza con la chemio nella borsetta». Aveva scelto di raccontare la sua malattia in tv, scriveva nel suo blog, aggiornava il suo profilo Facebook. Voleva vivere, Eleonora Marsala. Abitava a Palermo. È morta venerdì notte. A 33 anni. A sconfiggerla è stata la malattia che ha combattuto con il sorriso sulle labbra. Una scelta, forse una missione. Per se stessa e per gli altri. Per tutti quelli che, come lei, vivevano il suo stesso dramma: un male assassino che colpisce e non avverte. Che illude e poi uccide. Eleonora ha commosso l’Italia, affrontando il suo dramma con orgoglio nonostante le angosce, le notti insonni, i fastidi provocati da quel «veleno» chiamato chemioterapia. Ha sperato, Eleonora, ma non ce l’ha fatta. È andata via di notte, in silenzio. Nella sua stanza, nel suo letto, fra le sue cose. Circondata dall’amore della famiglia. Papà Piero, imprenditore nel settore degli impianti di sicurezza. Mamma, Antonella Compagno, medico dell’Asp. E Valentina, la sorella più piccola. La sua «colonna». È stata proprio lei ieri a comunicare la morte di Eleonora, su Fb. L'ARTICOLO INTEGRALE NELLE PANI DEL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA