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Tangenti fotovoltaico, 7 anni all'ex deputato del Pd Gaspare Vitrano

PALERMO. L'ex deputato regionale del Pd, Gaspare Vitrano, accusato di concussione davanti alla terza sezione del Tribunale, è stato condannato a sette anni di reclusione. Il politico fu arrestato, a marzo del 2011, mentre intascava una mazzetta di diecimila euro da un imprenditore del fotovoltaico.

In carcere era finito anche Piergiorgio Ingrassia, l'ingegnere che avrebbe fatto da mediatore. Fu Ingrassia (che poi patteggiò) ad accusare Vitrano e Mario Bonomo, ex coordinatore del partito Alleati per la Sicilia, svelando che i due erano titolari di fatto di società nel settore delle energie rinnovabili, formalmente intestate a prestanome. Secondo l'accusa, sostenuta dal pm Maurizio Agnello, i due parlamentari agevolavano le attività delle imprese snellendo i tempi e gli iter di autorizzazioni e procedure burocratiche. Bonomo è sotto processo davanti a un'altra sezione del Tribunale.

Secondo i pm, Gaspare Vitrano, Mario Bonomo e Piergiorgio Ingrassia erano soci in alcune società, tra cui la Green srl, impresa con sede a Palermo, che avrebbe ottenuto dalla Regione siciliana, grazie anche all'interessamento dei deputati, le licenze per due impianti fotovoltaici a Carlentini, nel Siracusano. Vitrano e Bonomo avrebbero controllato le aziende attraverso alcuni prestanome. I due deputati ne detenevano il 40% ciascuno, mentre all'ingegnere Ingrassia spettava il 20%.

Nell'inchiesta, sono finite sotto la lente d'ingrandimento altre due società del fotovoltaico: l'Enerplus 2010, gemella della Enerplus, srl. Le due imprese che avevano realizzato degli impianti nel palermitano avevano aumentato subito il loro valore, tanto da essere vendute a una società spagnola per oltre sei milioni di euro. I fondi sarebbero poi stati versati in due conti svizzeri: uno di Ingrassia e l'altro di Marco Sammatrice, nipote di Bonomo e socio della Green srl.

A denunciare Vitrano era stato l'imprenditore Gianni Correro. Nel processo era imputato solo il deputato, mentre Ingrassia, che ha collaborato con gli inquirenti, aveva patteggiato la condanna a due anni. Correro ha raccontato le pressioni di Ingrassia affinché versasse la tangente: "Poco prima che arrivasse Vitrano, il giorno in cui fu arrestato - ha detto l'imprenditore in udienza -, Ingrassia mi disse: 'Se non paghi non potrai più lavorare'. Poi arrivò Vitrano, verso le 18, con l'auto blu. Il deputato ci disse di seguirlo negli uffici dell'Azienda sanitaria di Palermo, in via Cusmano. E lì gli diedi la busta".

Vitrano ha sempre detto che il denaro non era una tangente ma una parte dei proventi di una delle aziende del fotovoltaico di cui era socio di fatto. "Non ho mai minacciato nessuno", ha più volte ribadito l'ex deputato. Bonomo ha respinto le accuse di sue presunte pressioni all'assessorato regionale all'Industria per velocizzare le autorizzazioni dei suoi impianti. Al magistrato ha detto di essersi informato sullo stato delle pratiche senza aver mai cercato di snellire le procedure burocratiche.

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