PALERMO. È stato tutto un annunciare, rivoluzionare il traffico, fissare date, transennare. Ma di operai se ne sono visti pochi. Tanto rumore per nulla, insomma. Al punto da fare arrabbiare i disoccupati che attendono di essere chiamati al lavoro per il cantiere dell’anello ferroviario. Ieri mattina all’alba il cantiere di piazza della Pace è stato occupato da parte di una ventina di operai edili del comitato di disoccupati palermitani della Fillea Cgil. «Dalle 6,30 i lavoratori sono qui davanti ai cancelli chiusi — spiega Piero Ceraulo, della Fillea Cgil —. A distanza di un mese e mezzo dai colloqui effettuati, sulla base dei curriculum inviati dai tantissimi disoccupati, nessuna unità è stata chiamata al lavoro. Gli operai vogliono essere rassicurati: i lavori dell’anello ferroviario sono stati consegnati a settembre e fino ad ora sono state impegnate solo 6 unità. La «Tecnis» aveva annunciato che tra gennaio e febbraio sarebbero state avviate al lavoro almeno 50 unità». La preoccupazione è palpabile. E ricomincia a serpeggiare il vecchio refrain di una impresa in crisi, che stenta a mandare avanti i suoi cantieri. Voci che sembravano essere definitivamente archiviate come infondate (o, meglio, esagerate) dopo i primi vagiti dei cantieri — sia dell’anello che del collettore fognario — in via Emerico Amari e in via Roma. Ma si è trattato di pochissima roba. Giusto il tempo di mettere in strada qualche camion e qualche piccola ruspa. «Interventi preliminari del tutto normali», li giudica invece l’impresa. Mentre gli edili dicono di non capire «perché la partenza dell’appalto sia così stentata e i lavori vadano a rilento». L'ARTICOLO INTEGRALE NELLE PAGINE DEL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA