PALERMO. «Sì, conosco Giuseppe Faraone, l'ho incontrato una paio di volte, mi ha chiesto favori e io ho rifiutato di farglieli. Il suo nome poi è venuto fuori in una inchiesta e abbiamo preso le distanze da lui». Così il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, risponde all'Ansa, sui rapporti con Giuseppe Faraone, il consigliere comunale di Palermo, che risulta iscritto al gruppo consiliare 'Megafono-Noi con Salvini', arrestato per concorso in tentativo di estorsione con l'accusa di avere chiesto soldi a un imprenditore per conto del boss di San Lorenzo, Francesco D'Alessandro. Meno male che l'hanno arrestato, questa vicenda dimostra che quelli che non vogliamo vanno alla Lega Nord. Ci sono una serie di personaggi che si vogliono riciclare, Salvini in Sicilia deve stare attento, rischia di imbarcare criminali». Lo dice il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, commentando l'arresto del consigliere comunale a Palermo Giuseppe Faraone, che fa parte del gruppo consiliare 'Megafono-Noi con Salvini'. Crocetta sottolinea che Faraone al comune di Palermo «non è stato eletto con la lista il Megafono», movimento che fa capo proprio al governatore e aggiunge che «nessuno lo ha autorizzato a utilizzare il nome e il simbolo». Riguardo alla candidatura di Faraone alle regionali del 2012 con la lista 'il Megafono', Crocetta afferma: «Presentò una auto-dichiarazione». Faraone risultò il primo dei non eletti, con 2.085 voti. «Ci sono molti personaggi che si auto-proclamano appartenenti al 'Megafono', per questa ragione stiamo mettendo ordine nel movimento istituendo segreterie territoriali e provinciali. Abbiamo cominciato in alcune zone della Sicilia, dobbiamo farlo al più presto a Palermo». Crocetta sostiene che Faraone non sia mai stato autorizzato a utilizzare nome e simbolo del megafono, movimento fondato proprio dal governatore.