PALERMO. Singh è steso in un lettino nella sala uno del pronto soccorso dell’ospedale Villa Sofia. È solo, dolorante, ferito dentro e fuori. Il suo volto è segnato dalla notte d’inferno, da un pestaggio a sangue compiuto la notte scorsa in piazza Sturzo da due balordi che lo hanno massacrato per pochi spiccioli.
Un tubo di drenaggio è infilato dentro un polmone, ha un versamento che stava per costargli la vita. Trema, trema in continuazione, in modo violento. Non dal freddo, perché una coperta termica lo copre e stabilizza la temperatura, ma per lo choc: fortissimo, tremendo, indimenticabile. Risponde gentilmente a chi gli parla, a chi cerca di confortarlo, anche per farlo sentire meno solo.
«Stavo dormendo tranquillamente, sotto le mie coperte, che mi servono per ripararmi dal freddo – racconta Singh-. All’improvviso ho sentito qualcuno che mi toccava, che mi frugava le tasche in cerca di qualche spicciolo. Cosa potevo avere di così prezioso?. Mi sono svegliato, ho detto qualcosa, ma hanno iniziato a picchiarmi. Ero senza scarpe, ho cercato di metterle, di scappare, ma continuavano a colpirmi. Ho visto il mio sangue, ho visto la morte, dopo non ricordo più niente».
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