PALERMO. Il ministro Andrea Orlando ha firmato il decreto per la messa in sicurezza del palazzo di giustizia. I lavori - che ammontano ad oltre sei milioni di euro - prevedono la realizzazione di una recinzione in plexiglass, con dei punti di controllo per vigilare sugli accessi agli uffici giudiziari, ma anche interventi di ammodernamento e di potenziamento dei sistemi di videosorveglianza interni ed esterni, con una canalizzazione controllata dei visitatori. L’obiettivo è quello di contrastare al massimo il rischio di attentati, dopo le numerose minacce indirizzate a diversi magistrati, in particolare a quelli che sostengono l’accusa nel processo sulla presunta trattativa tra Stato e mafia. Il ministro della Giustizia ha contestualmente nominato un commissario straordinario per i lavori: si tratta dell’ingegnere Alberto Gucciardi, attualmente in servizio al provveditorato dell’Amministrazione penitenziaria di Palermo. Il decreto ministeriale firmato dal Guardasigilli arriva dopo una serie di riunioni avvenute anche a Roma proprio per valutare la sicurezza degli uffici giudiziari cittadini. In particolare, il 25 novembre scorso, al ministero, si era tenuto un vertice al quale avevano preso parte anche i rappresentanti della Procura - a cominciare dall’allora procuratore reggente Leonardo Agueci - e, tra gli altri, il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, il sindaco Leoluca Orlando e il presidente della Regione, Rosario Crocetta. Dopo le rivelazioni dell’aspirante collaboratore di giustizia Vito Galatolo, che ha raccontato ai magistrati di un progetto di attentato ai danni in particolare del sostituto procuratore Nino Di Matteo, sostenendo che il tritolo sarebbe stato acquistato da Cosa nostra con una colletta - ma, nonostante ricerche estese anche alla provincia, dell’esplosivo finora non si è trovata traccia - e una serie di allarmi per la presenza di bombe - rivelatisi poi del tutto infondati - anche al palazzo di giustizia, l’esigenza di rafforzare le misure di sicurezza si è fatta impellente. Da qui la richiesta avanzata dal responsabile per la sicurezza negli uffici giudiziari, il procuratore generale Roberto Scarpinato (anche lui oggetto di minacce), che ha portato poi il governo a trovare i fondi per i lavori e ad autorizzarli. L’aumento dei controlli per l’accesso al palazzo di giustizia aveva creato malumore tra i dipendenti degli uffici, costretti a far passare cibo e acqua sui nastri. Gli impiegati, a dicembre, erano arrivati a bloccare per qualche ora tutte le attività: temono che l’esposizione ai raggi X degli alimenti possano avere gravi ripercussioni sulla loro salute. Scarpinato ha assicurato che saranno compiute delle verifiche e, nel frattempo, ha disposto un allentamento dei controlli. La realizzazione della palizzata in plexiglass, infine, da un punto di vista architettonico stravolge completamente il progetto di Iano Monaco che, nel pensare la nuova cittadella giudiziaria, aveva fatto in modo che comunicasse sia con lo storico mercato del Capo che con i vicoli del centro storico, calandola totalmente nella realtà cittadina, anziché isolarla.